Dopo la grave violazione dello spazio aereo della Polonia con circa 20 droni russi, Varsavia ha annunciato una restrizione temporanea del traffico aereo nella zona di confine, misura che resterà in vigore almeno fino all’inizio di dicembre. L’obiettivo è tutelare la sicurezza nazionale.

Una risposta immediata: Varsavia chiede l’intervento dell’ONU

Il Ministero degli Esteri polacco ha chiesto ufficialmente la convocazione di una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, definendo l’intrusione aerea come una violazione inaccettabile della sovranità nazionale. La decisione è stata annunciata pubblicamente attraverso il social X. Il presidente polacco Karol Nawrocki, in visita alla base militare di Poznań-Krzesiny, ha parlato apertamente di provocazione russa: “un test sulle nostre capacità, sulla nostra reattività, sul funzionamento dei meccanismi NATO”.

Caccia britannici in volo verso la Polonia: la Nato rafforza il fianco Est

Non si è fatta attendere la risposta del Regno Unito. Secondo fonti del ministero della Difesa britannico, il governo guidato da Keir Starmer è pronto ad autorizzare l’invio di caccia Typhoon della RAF in Polonia, come parte del dispositivo difensivo della NATO.

Si tratterebbe di un rafforzamento strategico che coinvolge anche altri Paesi europei. Durante l’incontro ministeriale “E5” alle porte di Londra, il ministro della Difesa britannico John Healey, insieme al suo omologo italiano Guido Crosetto, ha ribadito la necessità di una risposta collettiva e determinata a tutela dell’alleato polacco. Attualmente, il Regno Unito dispone già di circa 300 militari dislocati in Polonia, parte integrante del contingente di supporto NATO sul fronte orientale.

La Cina invita al dialogo: diplomazia in azione

Sul fronte diplomatico, la Cina si è detta preoccupata per la situazione, ma auspica una risoluzione pacifica. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian ha dichiarato che “le dispute devono essere risolte attraverso il dialogo e le consultazioni”. Una dichiarazione in linea con la visita diplomatica del ministro Wang Yi, atteso proprio in Polonia nei prossimi giorni, dopo aver fatto tappa in Austria e Slovenia.

La disinformazione come arma: l’allarme di Varsavia

Il Ministero della Digitalizzazione polacco ha segnalato un aumento significativo delle attività di disinformazione online, attribuite a fonti russe e bielorusse. Tra i messaggi falsi più diffusi:

  • L’idea che l’Ucraina stia cercando di coinvolgere la Polonia nella guerra contro la Russia.
  • L’insinuazione secondo cui la Polonia sarebbe incapace di difendersi dai droni.
  • Narrative costruite ad arte per seminare panico e discredito tra i cittadini polacchi.

Anche il premier Donald Tusk è intervenuto sull’argomento, invitando i cittadini a non condividere notizie false che potrebbero danneggiare lo Stato e la sicurezza collettiva.

La voce della Chiesa: “La guerra è vicina, anche in Occidente”

Dal fronte interno arriva anche un messaggio carico di preoccupazione da parte della Chiesa cattolica polacca. Don Adam Jaszcz, portavoce della diocesi di Lublino – una delle aree coinvolte nell’incursione – ha lanciato un monito: “Dopo l’attacco, ad avere motivo di preoccuparsi non sono solo gli abitanti dell’est della Polonia, ma tutto l’Occidente”.

Mosca minimizza: “Nulla di nuovo da Varsavia”

Dal Cremlino, intanto, arriva una reazione piuttosto fredda. Il portavoce Dmitri Peskov, citato dall’agenzia russa Ria Novosti, ha liquidato le accuse polacche come “retorica prevedibile”, comune ormai a molte capitali europee.

FAQ

Quanti droni sono entrati nello spazio aereo polacco?
Secondo le autorità polacche, circa 20 droni russi.

Perché la Polonia ha limitato il traffico aereo?
Per garantire la sicurezza nazionale lungo il confine orientale.

Qual è la posizione della Nato?
Diversi Paesi, tra cui il Regno Unito, stanno rafforzando la presenza militare in Polonia.

La Cina che posizione ha preso?
Ha invitato alla risoluzione pacifica tramite il dialogo, pur restando neutrale.

Cosa dice la Russia?
Minimizza le accuse, definendole retorica comune delle capitali europee.