Carlo Calenda, leader di Azione, su Twitter, ha posto di fatto un veto all’ingresso nella coalizione per le elezioni del 25 settembre di Verdi e Sinistra Italiana e di altre formazioni politiche, come il nuovo Impegno Civico di Luigi Di Maio.

Calenda, infatti, ha scritto: “Abbiamo fatto una scelta di responsabilità molto sofferta ma a condizioni nette. Non siamo disponibili a rivedere nessun punto di quanto sottoscritto. Ogni giorno vediamo aggiungere alla coalizione un partito zattera e iniziative incoerenti con quanto definito. Anche basta”.

“Della sorte di Di Maio, D’Incà, Di Stefano e compagnia non ce ne importa nulla. Al contrario, prima tornano alle loro professioni precedenti meglio è per il Paese. E per quanto concerne l’agenda o e’ quella di Draghi o è quella dei no a tutto. Chiudiamo questa storia ora”, ha continuato Calenda.

E ancora: “C’è una ambivalenza che tormenta la sinistra dalla sua origine: riformismo o massimalismo. Una scelta mai compiuta fino in fondo che ha determinato contraddizioni e sconfitte. L’accordo sottoscritto dal Pd è una scelta. Può essere cancellata ma non annacquata. Decidete”.

Sempre Calenda, intervenuto a 24Mattino Estate, su Radio 24, ha ribadito che il patto con il PD non è modificabile “neanche nella numerazione delle pagine”. Inoltre, “tutti i giorni vedo dichiarazioni di Bonelli e Fratoianni contro l’agenda Draghi. Se questa è la loro posizione il Pd dovrà decidere se vuole mantenere l’accordo firmato con noi oppure stravolgerlo, oppure di buttare dentro tutto il contrario di tutto… Ma questo avrebbe un problema con noi”. Senza l’accordo con il PD “avrei fatto vincere la destra a tavolino, ma c’è un limite ed è la chiarezza”, ha proseguito.

Di Maio contro Calenda

Non si è fatta attendere la replica di Luigi Di Maio che, in una nota, ha affermato: “Dopo essere partito dal ‘grande centro’, Calenda è diventato un ‘gregario’ della coalizione di centrosinistra. Di conseguenza, capisco le sue difficoltà a spiegare, anche ai nuovi arrivati del suo partito e al suo elettorato, che alla fine si candida nel centrosinistra. Sorprende, però, che alla fine proprio Calenda – che si innalza a paladino dell’anti-grillismo – nelle sue dichiarazioni e nei suoi tweet sia diventato il più estremista di tutti”.

“Con questo atteggiamento sta solo disgregando la coalizione di centrosinistra prima ancora che si formi, facendo un regalo alle destre. Ovviamente Calenda puoò fare quello che vuole, ma con meno arroganza e più rispetto”, ha concluso il ministro degli Esteri.

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