Santorini, una delle isole più celebri delle Cicladi, sta vivendo una situazione senza pari. Dallo scorso 31 gennaio, l’isola è colpita da un’eccezionale intensificazione dell’attività sismica, con oltre 6.000 scosse registrate nell’area circostante, tra cui scosse di magnitudo superiore a 4,0. La più forte è stata di 5,2, avvertita la notte di mercoledì, generando paura tra i residenti e i numerosi lavoratori stagionali che occupano l’isola. Nonostante l’assenza di danni strutturali significativi, l’impatto psicologico è stato devastante.
L’evacuazione di massa e lo stato di emergenza
Con l’intensificarsi dell’attività sismica, oltre 11.000 persone hanno lasciato Santorini. La maggior parte dei residenti e dei lavoratori stagionali ha preso i traghetti o gli aerei per raggiungere il continente greco. La situazione ha spinto il governo a dichiarare lo stato di emergenza nel comune di Thira, il cuore di Santorini, per consentire una risposta rapida alle necessità urgenti. Il ministro per la crisi climatica e la protezione civile ha confermato che lo stato di emergenza è stato istituito per “far fronte alle urgenti necessità e alle conseguenze derivanti dalla recente attività sismica nell’area”.
Le conseguenze economiche e il settore turistico
Santorini, meta turistica di fama mondiale, ha registrato nel 2023 circa 3,4 milioni di visitatori, di cui circa un milione erano passeggeri di navi da crociera. Nonostante il periodo di bassa stagione, l’intensa attività sismica ha spinto molte agenzie di viaggio a rivedere le prenotazioni. La paura di ulteriori scosse ha infatti dissuaso i turisti, con un calo significativo delle prenotazioni fino alla primavera. Anche se la situazione ha avuto un impatto limitato sui danni materiali, la perdita di business nel settore turistico potrebbe avere ripercussioni a lungo termine.
Cosa dicono gli esperti
Gli esperti, tra cui il direttore dell’Istituto Geodinamico di Atene, Vasilis Karastathis, hanno escluso un legame tra questa serie di scosse e l’attività vulcanica del monte vulcano di Santorini, che non erutta dal 1950. Le scosse sono state descritte come un fenomeno a sé stante, pur essendo rilevante che l’intensità delle scosse non mostri segni di diminuzione. Il fenomeno continua a generare preoccupazione tra la popolazione e le autorità locali. Le scuole sono state chiuse in più di una dozzina di isole delle Cicladi, mentre i soccorritori hanno evacuato alcune aree a rischio frane.
Le autorità italiane e greche al lavoro
La Grecia, con il sostegno delle forze di soccorso, ha mobilitato un grande dispositivo di emergenza che coinvolge le forze armate, la polizia, i vigili del fuoco e i soccorritori medici. La situazione è monitorata costantemente, e il governo greco ha dichiarato che il primo ministro Kyriakos Mitsotakis visiterà l’isola per esprimere solidarietà alla popolazione. La protezione civile è stata potenziata in tutta la regione, con la previsione di un’ulteriore intensificazione degli sforzi nei prossimi giorni.
La minaccia di frane e danno strutturale
Oltre alla preoccupazione per le scosse, le autorità hanno anche lanciato un allarme frane. L’isola è geologicamente instabile e i movimenti tellurici hanno già causato piccoli smottamenti. Secondo Efthymios Lekkas, capo dell’Autorità greca per la protezione dai terremoti, sono cinque le aree particolarmente vulnerabili a frane, inclusi i porti di Fira e Athinios. Questi eventi potrebbero complicare ulteriormente le operazioni di evacuazione e mettere a rischio altre aree densamente popolate.
Le reazioni della comunità scientifica
Le scosse che hanno colpito Santorini sono state oggetto di studi intensi da parte della comunità scientifica. I ricercatori, pur escludendo una correlazione con l’attività vulcanica, continuano a monitorare con attenzione ogni sviluppo. La regione delle Cicladi non aveva mai registrato un’attività sismica così intensa dal 1964, anno in cui iniziarono le rilevazioni sistematiche. Le implicazioni a lungo termine di queste scosse rimangono ancora incerte.
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