Dopo Irlanda e Olanda, anche Spagna, Slovenia e Islanda annunciano la possibilità di boicottare il concorso se Israele sarà ammesso.
Il conto alla rovescia per l’Eurovision Song Contest 2026 è già accompagnato da forti tensioni politiche. Alcuni Paesi europei hanno infatti dichiarato che non prenderanno parte alla competizione se sarà confermata la presenza di Israele, accusato di gravi violazioni umanitarie nella Striscia di Gaza. La polemica si inserisce nel contesto della guerra in corso contro Hamas, che continua a suscitare prese di posizione da parte di istituzioni, opinione pubblica e media.
Le posizioni di Irlanda e Olanda
A luglio 2025, l’emittente pubblica irlandese RTE ha reso nota la sua posizione: partecipare all’Eurovision con Israele in gara sarebbe “inaccettabile, data la continua e spaventosa perdita di vite umane a Gaza”. RTE ha richiamato l’attenzione anche su episodi specifici, tra cui “l’uccisione mirata di giornalisti a Gaza” e “il divieto di accesso al territorio ai reporter internazionali”, oltre alla condizione degli ostaggi ancora trattenuti.
Analoga la decisione della televisione pubblica olandese Avrotros, secondo cui “la partecipazione non sarà possibile finché Israele sarà ammesso dall’Ebu”, l’Unione europea di radiodiffusione, che dal 1956 organizza la manifestazione canora. In un comunicato l’emittente ha sottolineato che “non si può più giustificare la partecipazione di Israele nell’attuale situazione, date le gravi sofferenze umane in corso a Gaza”.
Entrambi i broadcaster hanno chiarito che la decisione finale dipenderà dalle determinazioni dell’Ebu in merito all’eventuale presenza di Israele.
Gli altri Paesi pronti al ritiro
Alla posizione di Irlanda e Paesi Bassi si sono aggiunti altri Stati. Spagna, Slovenia e Islanda hanno annunciato che non parteciperanno all’Eurovision 2026 se Israele sarà confermato in gara.
Il fronte dei Paesi contrari, dunque, si allarga, delineando un rischio concreto di boicottaggio.
Il ruolo dell’Ebu
Il nodo centrale resta la decisione dell’Ebu. L’organizzazione internazionale, che raccoglie le principali emittenti pubbliche europee, dovrà stabilire se Israele potrà prendere parte all’edizione 2026, che si disputerà in Austria. La questione è stata discussa in occasione dell’Assemblea generale dell’Ebu dello scorso luglio, durante la quale diversi membri hanno sollevato preoccupazioni legate al conflitto in corso. La scelta dell’Ebu determinerà quindi non solo la partecipazione di Israele, ma anche quella di una parte significativa dei Paesi europei.
FAQ sull’Eurovision 2026
- Quando e dove si terrà l’Eurovision 2026? La sede ufficiale non è ancora stata confermata dall’Ebu.
- Israele partecipa da sempre all’Eurovision? Israele è membro dell’Ebu e partecipa al concorso dal 1973.
- Cosa succede se più Paesi si ritirano? Il regolamento prevede che ogni emittente sia libera di non partecipare; un numero elevato di ritiri, tuttavia, inciderebbe sulla credibilità del concorso.
- L’Ebu ha mai escluso un Paese in passato? Sì, in alcune occasioni sono stati applicati divieti temporanei per motivi politici o tecnici, ma si tratta di casi rari.






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