Da oggi, martedì 14 dicembre, su Facebook c’è un problema che in molti stanno sicuramente notando. Quando si condivide un link sul social media, non appare la sua immagine correlata. Non si tratta di un bug tecnico ma della conseguenza della direttiva europea sul diritto d’autore 790/2019 sul social media. L’obiettivo? “Garantire maggiori tutele ai titolari dei diritti e, allo stesso tempo, nuove opportunità per l’industria creativa”.

Quindi, quando un utente condivide un post, appare soltanto il titolo, con l’indirizzo del sito di origine, e non più la fotografia. Invece, nessun cambiamento per i link pubblicati dalle testate giornalistiche sulle proprie pagine di Facebook mediante Creator Studio, ovvero la piattaforma interna al social media per la creazione e la condivisione dei post.

Meta – l’azienda proprietaria di Facebook – ha, quindi, deciso di uniformarsi al principio generale contenuto nel decreto legge dell’8 novembre, approvato nel Consiglio dei ministri del 4 novembre scorso, all’interno del quale “si ribadisce la necessità – in virtù del concetto di estratto breve – per gli editori di ottenere un equo compenso per gli editori i cui contenuti vengono pubblicati sulle piattaforme social come Facebook o sui motori di ricerca come Google”, come spiegato su Giornalettismo.com.

Stamattina, quindi, gli editori sono stati informati in questo modo dal social media: «Cambiano le regole sulle Notizie. A seguito dell’entrata in vigore della direttiva europea sul diritto d’autore, quando le persone condivideranno link dalla tua pubblicazione i loro post non appariranno più come prima, a meno che tu non lo consenta». Infatti, il titolare della pagina Facebook dell’editore di riferimento, tramite un modulo da compilare, può permettere la condivisione tradizionale dei contenuti, dunque con l’immagine inclusa.

Tuttavia, si tratta di un cambiamento temporaneo. Sì, perché il DL dell’8 novembre prevede che le regole per l’equo compenso da corrispondere agli editori siano stabilite dall’AGCOM e deve farlo entro 60 giorni per stabilire i criteri comuni. Poi, la situazione dovrebbe tornare alla normalità.

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