Il premier Giuseppe Conte, in visita a Milano, a proposito della fase due, ha affermato: «È un piano molto elaborato, che ci consente anche di tener conto delle realtà territoriale. Senza un piano a livello centrale sarebbe impossibile gestire questa fase, ma siamo pronti ad agire a livello locale, chiudendo il singolo rubinetto se dovesse essere necessario», ricordando che «ci accingiamo ad attraversare la fase 2 che è quella di convivenza con il virus, non la fase di liberazione dal virus».

Il presidente del Consiglio ha anche affermato che «con queste nuove misure noi manderemo al lavoro altri 4,5 milioni di lavoratori. Non è questo il momento di mollare. Questo governo non cerca il consenso, ma di fare le cose giuste anche se questo vuol dire scontentare un gran numero di cittadini. Ma i cittadini devono avere fiducia che queste decisioni sono responsabili e nell’interesse di tutti».

Contre ha poi detto: «Stiamo studiando un piano per l’infanzia, delle misure oltre a quelle contenute nel decreto ‘Cura Italia’ per cercare di sostenere le famiglie, perché ci rendiamo conto delle difficoltà di avere i figli a casa che non vanno a scuola. È un fatto su cui le famiglie non erano preparate ed è un’emergenza. Prima di venire quiho avuto una video conferenza con l’osservatorio per le famiglie e una delegazione di parlamentari per quanto riguarda le misure per l’infanzia, in particolare penso ai ragazzi e alle ragazze che vanno a scuola e cerchiamo di affrontare in prospettiva l’estate».

Infine, sulla questione degli incontri anche tra fidanzati e amici, Conte ha detto: «Congiunti è una formula un po’ ampia e generica. Per dire che, e lo preciseremo, non significa che si può andare dagli amici in casa altrui e fare delle feste. Si andranno a trovare persone con cui ci sono rapporti di parentela o ci sono stabili relazioni affettive» ricordando che «un quarto dei contagiati è nelle abitazioni private».

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