Ieri, venerdì 1 dicembre, è durato quasi nove ore l’interrogatorio di Filippo Turetta, in carcere per aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin l’11 novembre. Il 21enne ha risposto alle domande davanti al pm di Venezia Andrea Petroni.

All’uscita sia il pm che gli avvocati di Turetta se ne sono andati a bordo di un’auto, scortati da un cordone di polizia penitenziaria. Il legale Giovanni Caruso non ha rilasciato dichiarazioni.

Stando a quanto si è appreso, Turetta ha deciso di fornire la propria versione dei fatti riguardo quanto accaduto la sera dell’11 novembre, quando il giovane ha prima aggredito Giulia nel parcheggio di via Aldo Moro a Vigonovo per poi portarla nel parcheggio di Fossò dove ha probabilmente inferto il colpo che ha determinato la morte dell’ex fidanzata.

Dopo di lì, Turetta ha guidato per 170 km per abbandonare il corpo vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone, e cominciare la sua fuga per oltre 1000 km attraversando tre stati, fino a quando non è stato fermato dalla polizia tedesca.

“Ho perso la testa, mi è scattato qualcosa”, avrebbe ripetuto Turetta in carcere.

Infine, si è conclusa l’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin. Di conseguenza è stato dato il nulla osta per la celebrazione del funerale, che si svolgerà mercoledì prossimo a Padova.