Nel complesso mosaico giudiziario che ruota intorno all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, emerge ora un nuovo tassello, custodito da tempo in una intercettazione del febbraio 2017. Una voce, quella di Andrea Sempio, all’epoca indagato, che parla con uno dei suoi legali. Le sue parole gettano una luce inquietante su presunti contatti informali e anticipati con i carabinieri, prima ancora che gli venisse notificato ufficialmente l’invito a rendere interrogatorio.
“M’ha chiamato qua un Maresciallo dei Carabinieri che mi dice: io so che lei aveva già parlato con l’altro, con Sapone. E mi fa: io dovrei passare lì tra mezz’oretta perché devo farle alcune domande”, dice Sempio durante la telefonata. Un dettaglio che, oggi, acquista un peso specifico molto più rilevante alla luce delle nuove indagini che coinvolgono l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti.
Un’intercettazione che solleva dubbi
Perché Andrea Sempio avrebbe dovuto parlare con un ufficiale di polizia giudiziaria prima della notifica ufficiale? È questa la domanda che si pongono gli inquirenti bresciani, impegnati nell’inchiesta che coinvolge, oltre a Venditti, anche due ex carabinieri: Giuseppe Spoto e Silvio Sapone.
L’intercettazione è stata trascritta e depositata nei documenti presentati al Riesame di Brescia. A richiedere il riesame è proprio l’ex procuratore Venditti, che contesta le recenti perquisizioni e sequestri a suo carico. Secondo i magistrati bresciani, infatti, Venditti avrebbe favorito Andrea Sempio, in cambio di denaro, richiedendo l’archiviazione del suo caso nel marzo del 2017, successivamente accolta dal giudice per le indagini preliminari.
Contatti informali prima dell’interrogatorio
L’annotazione firmata dagli investigatori della Guardia di Finanza di Pavia e Brescia, insieme ai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, mette nero su bianco il nodo cruciale della questione: non è chiaro quando e perché Sempio avrebbe parlato con il luogotenente Sapone, visto che la notifica per l’interrogatorio è datata proprio 8 febbraio 2017, lo stesso giorno della telefonata intercettata.
Questo dettaglio temporale è tutt’altro che secondario. Se davvero ci fu un contatto preliminare non formalizzato, si aprirebbe uno scenario di irregolarità procedurali che potrebbero aver influenzato lo sviluppo dell’indagine.
L’ombra di un sistema parallelo
L’intera vicenda si inserisce nel contesto più ampio dell’indagine sul cosiddetto ‘Sistema Pavia’, un’indagine che esplora un presunto sistema di corruzione e peculato che avrebbe coinvolto diversi attori della giustizia pavese. Proprio nell’ambito di quest’inchiesta, il 26 settembre sono stati perquisiti gli ex carabinieri Spoto e Sapone.
Ma non solo. Le indagini hanno toccato anche Pietro Paolo Mazza, attuale pubblico ministero a Milano ma fino al 2024 in servizio a Pavia, anch’egli perquisito nelle scorse ore.
Un’ora di domande prima dell’interrogatorio
Secondo le ricostruzioni investigative, Spoto, nel pomeriggio dell’8 febbraio 2017, avrebbe trascorso oltre un’ora con Andrea Sempio prima di notificargli l’invito a comparire. Proprio in quell’arco temporale, è possibile che gli siano state rivolte le “alcune domande” di cui Sempio parla nell’intercettazione.
I nomi coinvolti
Ecco una sintesi delle figure centrali dell’inchiesta in corso:
- Andrea Sempio: all’epoca indagato per l’omicidio Poggi, oggi figura chiave per comprendere eventuali pressioni e irregolarità.
- Mario Venditti: ex procuratore di Pavia, accusato di corruzione in atti giudiziari. Avrebbe favorito Sempio in cambio di denaro.
- Giuseppe Spoto e Silvio Sapone: ex carabinieri perquisiti. Avrebbero avuto contatti informali con Sempio prima della notifica ufficiale.
- Pietro Paolo Mazza: attuale pm a Milano, ex pm a Pavia, perquisito nell’ambito della medesima inchiesta.






Commenta con Facebook