L’AIEA (Agenzia Internazionale per l’energia atomica) ha approvato il piano del Giappone che prevede di rilasciare nell’Oceano Pacifico un milione di tonnellate di acqua contenuta nella centrale nucleare di Fukushima, utilizzata per raffreddare gli impianti, e in parte contaminata con materiali radioattivi: “Scarico in linea con gli standard di sicurezza”.

Inoltre, “lo scarico controllato e progressivo dell’acqua trattata in mare (…) avrebbe un impatto radiologico trascurabile sulla popolazione e sull’ambiente”.

Si valuta blocco della stagione balneare

Natsuo Yamaguchi, leader del partito di governo Komeito, partner di coalizione del Partito Liberal Democratico del primo ministro Fumio Kishida, ha affermato: “Sarebbe meglio evitare l’imminente stagione balneare in concomitanza con il previsto rilascio in mare di acqua radioattiva trattata dalla centrale nucleare di Fukushima, per evitare in creare preoccupazione o contribuire a far circolare voci e commenti negativi su questa delicata operazione”.

E ancora: “Il governo ha il dovere di fornire spiegazioni dettagliate sulla sicurezza dell’acqua rilasciata sia ai cittadini giapponesi sia alla comunità internazionale”.

La Cina non ci sta

La Cina ha accusato il Giappone di avere ignorato le preoccupazioni internazionali e di usare l’oceano come una fogna.

Il Ministero degli Esteri di Pechino ha, inoltre, il rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Agenzia Atomica che ha dato il via libera allo scarico delle acque della centrale colpita dalla catastrofe del marzo 2011.

“Per considerazioni di costo economico – si legge – il Giappone ha ignorato le preoccupazioni e l’opposizione della comunità internazionale e ha insistito per scaricare l’acqua contaminata dal nucleare in mare, utilizzando l’oceano Pacifico come una fogna”.

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