Sono stati svelati alcuni manifesti ufficiali dei Giochi Olimpici di Parigi ed è stato subito evidente che è scomparsa la croce che svetta sulla cupola degli Invalides.

La destra francese è ‘insorta’: “Si negano le nostre radici” ma il Comitato olimpico francese ha spiegato: “Si tratta di una rappresentazione non esaustiva né fedele della realtà. Molti elementi caratteristici di Parigi sono stati reinterpretati dall’artista”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, al Congresso del Partito Popolare Europeo: “Togliere la croce dalla cupola della chiesa degli Invalides per il manifesto delle Olimpiadi 2024 non è laicità, è stupidità. Non possiamo rinunciare alla nostra identità. Se noi stessi non rispettiamo la nostra storia, gli altri non lo faranno mai. Il nostro è il partito cristiano-democratico, non possiamo rinunciare alla nostra identità”.

Inoltre, Gian Marco Centinaio, senatore della Lega, ha dichiarato: “In Francia hanno pensato di eliminare la Croce della cupola des Invalides nel manifesto ufficiale delle Olimpiadi di Parigi 2024. È un errore. L’identità di un popolo non può essere cancellata per accogliere chi viene da altri Paesi. La Croce è un simbolo di pace e di solidarietà e difenderemo la sua presenza in ogni luogo”.

Infine, Nicola Procaccini, eurodeputato di Fratelli d’Italia, in una nota, ha detto: “Con la cancellazione della croce dalla guglia dell”Hôtel des Invalides’ di Parigi nei manifesti e simboli delle Olimpiadi, la Francia ha assestato un altro colpo mortale alla storia e alle identità dell’Europa. Una nazione che si vergogna del proprio passato, tanto da nascondere i simboli più forti della sua tradizione, dalla croce allo stesso tricolore e oltraggiare un simbolo nazionale di civiltà, compie l’ennesimo sfregio alla identità collettiva di un continente. Con il silenzio complice delle sinistre e la sola voce delle forze politiche di destra a gridare lo scempio di questa deriva valoriale. La Francia svende l’identità della nazione per compiacere sponsor sauditi e in nome di un cancel culture che vuole demolire ciò che rimane delle radici cristiane dell’Europa. L’integrazione culturale, se di questo si vuole parlare, non si realizza cancellando le proprie di radici culturali ma anzi valorizzandole”.