“Cerchi pure la sua prossima vittima”.

Così Fiorina D’Alvino, la figlia di Giovanna Pedretti, la titolare della pizzeria Le Vignole di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta ieri, domenica 14 gennaio, nel Lambro dopo le polemiche per una recensione al suo locale e la sua conseguente replica, in una storia su Instagram, rivolgendosi alla giornalista Selvaggia Lucarelli.

Nel post, di cui il Corriere della Sera ha pubblicato lo screenshot, Fiorina ha riportato la parte di una storia della Lucarelli e in rosso ha sovrascritto che “L’accanirsi è pericoloso. Grazie cara ‘signora’ per aver massacrato per via mediatica la mia mamma. Cerchi pure la sua prossima vittima”. La storia sarebbe stata poi cancellata.

Florina ha anche lanciato un appello ai conoscenti: “Siamo assediati dai giornalisti. Andate via. Qualcuno li mandi via”.

Il TG3 respinge le accuse

Il TG3, tramite una nota, ha respinto le accuse di gogna mediatica nei confronti della ristoratrice.

Tramimte una nota, il CDR ha dichiarato che “tutta la redazione del Tg3 partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa della signora Giovanna Pedretti, ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano. Come CDR, visti gli attacchi di alcune forze politiche, vogliamo precisare alcuni punti a tutela della Testata”.

“Il Tg3 – prosegue la nota – ha dato risalto al post della signora Pedretti, in linea con quelli che storicamente sono i temi che contraddistinguono il giornale (la difesa dei diritti dei disabili e delle persone omosessuali), come tutti gli altri organi di stampa – agenzie, tv e siti internet. Post che aveva ricevuto il plauso anche della ministra per le disabilità Alessandra Locatelli”.

Pedretti era stata sentita in Questura per la recensione

Infine, si è appreso che Giovanna Pedretti era stata sentita in Questura per il post sulla recensione, in qualità di persona informata sui fatti, relativamente alle indagini avviate sulla possibilità che il commento del cliente prefigurasse il reato di istigazione all’odio.

La Procura di Lodi stamattina ha anche disposto l’autopsia sul corpo della 59enne. L’ipotesi prevalente è il suicidio.

Non è da escludere, infatti, la possibilità che il gesto estremo sia direttamente collegato alla risposta che la ristoratrice aveva dato proprio alla recensione omofoba e contro un disabile lasciata da un cliente del suo ristorante, successivamente condivisa sui social.

Successivamente, proprio questo post era diventato un caso mediatico perché era stata messa in dubbio la sua autenticità, diffondendosi il sospetto che la donna avesse pubblicato appositamente la recensione negativa e la successiva risposta per fare pubblicità al proprio locale.

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