Giovanna Pedretti, 59 anni, proprietaria della pizzeria “Le Vignole” a Sant’Angelo Lodigiano, è stata ritrovata priva di vita domenica pomeriggio, 14 gennaio, lungo la riva del fiume Lambro.
La Pedretti, al centro di un caso mediatico per una recensione omofoba e offensiva verso i disabili lasciata da un cliente e poi diventata virale, si presume possa aver compiuto un gesto estremo.
La vicenda aveva scatenato un ampio dibattito mediatico attorno alla sua risposta e all’autenticità della recensione. Non si conosce, al momento, il motivo che hanno portato la donna a compiere il gesto estremo.
Dalle prime verifiche delle forze dell’ordine è emerso che Giovanna Pedretti e la sua famiglia non avevano particolari problemi economici.
L’ipotesi più accreditata è quella del suicidio. La donna e il marito avevano gestito altre attività di ristorazione in passato. In particolare la vendita di un locale gli aveva consentito di potersi permettere di non lavorare per un breve periodo.
La Procura ha disposto l’autopsia che sarà eseguita fra due giorni, mercoledì 16 gennaio. Disposti anche gli esami tossicologici.
Selvaggia Lucarelli al centro della bufera sui social
Selvaggia Lucarelli, insieme al compagno chef Lorenzo Biagiarelli, è al centro della bufera sui social media perché la nota giornalista si è occupata della vicenda e oggi si difende così:
“Lo scorso anno, proprio in questo periodo, scoppiò il caso della bidella pendolare. Nacque tutto da un articolo che raccontava evidenti bugie sulla storia. Per giorni si susseguirono smentite, debunking, articoli, meme, sfottó, fotomontaggi. La bidella fu travolta da una vera shitstorm e divenne protagonista di editoriali e spazi in tv. E così -ante altre storie di articoli scritti male, di persone che inventano storie per un minuto di gloria o altre ragioni e poi di persone (giornalisti e non) che ristabiliscono la verità. Nessuno si pone mai il problema a monte e cioè che scrivere cose non vere può essere pericoloso, poi accade una tragedia (in cui nessuno ovviamente pensa che contino anche il contesto, la vita, i pregressi) ed è colpa di chi ristabilisce la verità. In pratica, siamo arrivati al punto che dare una notizia non è più una responsabilità. Correggerla sì. Altro che black mirror”.
Sui social si parla anche del compagno della giornalista, ovvero Lorenzo Biagiarelli, chef, che, su Instagram, si è difeso in questo modo: Mi dispiace moltissimo della morte della signora Giovanna e il mio pensiero va alla sua famiglia”, invitando “a riflettere sulle conseguenze del tentativo “di ristabilire la verità”. “Se si dovesse temere sempre questo epilogo a questo punto dovremmo chiudere tutto, giornali e social”.
E ancora: “Mi dispiace che pensiate che la ricerca della verità possa avere queste conseguenze. Ci tengo a respingere con forza le accuse di ‘odio social’ e ‘shitstorm’ dal momento che la signora Giovanna, in questi due giorni, non ha ricevuto dalla stampa che lodi e attestazioni di stima, e solo qualche sparuto e faticoso tentativo di ristabilire la verità che, in ogni caso, non ha e non avrebbe mai avuto pari forza”.
“Vi invito – ha aggiunto -, se davvero pensate che la signora Giovanna si sia tolta la vita, per un inesistente ‘odio social’, a riflettere sul concetto di verità. Se ogni persona che tenta di ristabilire la verità in ogni storia, grande o piccola che sia, dovesse temere questo epilogo, a quel punto dovremmo chiudere tutto, giornali e social. I messaggi di odio che mi state scrivendo, sono invece, quelli sì, di una tale violenza e quantita che effettivamente, anche a una persona non troppo fragile, potrebbero far pensare a un gesto estremo. Io, nel frattempo, continuerò a cercare la verità nelle cose”.
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