La ragazza con cui Alessandro Impagnatiello aveva un relazione parallela, ha raccontato alcuni dettagli della triste vicenda dell’omicidio di Giulia Tramontano, uccisa il 27 maggio scorso, incinta di sette mesi.
I guanti in lattice
La donna ha spiegato che i guanti in lattice azzuri usati da Impagnatiello per spostare il corpo di Giulia li ha presi “dal lavoro”, ovvero dal Bamboo Bar dell’Armani Hotel di Milano, dove faceva il barman.
La giovane, collega nel locale, ha dichiarato di avere notato che il 30enne, il giorno dopo il delitto, è uscito dal locale con i guanti che spuntavano dal suo zaino e che è riuscita a fotografare: “li ha presi dal lavoro, li ha presi lì”.
“Solidarietà femminile con Giulia”
La donna ha anche raccontato agli investigatori di avere “chiacchierato tranquillamente” con Giulia. “Siamo state insieme un’ora circa, dopodiché lei è andata via. Il nostro incontro è stato veramente cordiale tant’è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile“.
Al termine del loro incontro “le ho anche proposto che se ne avesse avuto bisogno poteva venire da me a casa a dormire. Lei disse di non preoccuparmi, ringraziandomi”.
La videochiamata di 9 minuti
La giovane ha pure spiegato che c’è stata una videochiamata di nove minuti con Impagnatiello, subito dopo avere ucciso la sua compagna. L’assassino gli aveva detto che Giulia stava bene. Inoltre, prima le ha detto che stava dormendo nella sua camera da letto, poi che era andata da un’amica. Quella sera la giovane, preoccupata perché Giulia non rispondeva ai suoi messaggi, aveva “cercato di capire dove fosse” e ha cominciato a cercare Alessandro che ha risposto soltanto alla terza videochiamata.
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