Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha accusato la Russia di tenere in ostaggio 400mila residenti di Mariupol, bombardando la città portuale dell’Ucraina meridionale, nonostante gli sforzi per stabilire un corridoio di evacuazione sicuro per i civili.

Kuleba su Twitter ha affermato: “Quasi 3.000 neonati non hanno medicine e cibo. La Russia continua a tenere in ostaggio oltre 400mila persone a Mariupol, blocca gli aiuti umanitari e l’evacuazione. Continuano i bombardamenti indiscriminati”. Mosca, però, nega di prendere di mira i civili e continua a parlare di “operazione speciale” in Ucraina.

Si è appreso, inoltre, che le autorità cittadine di Mariupol stanno seppellendo i loro morti in una fossa comune. Gli obitori, infatti, sono pieni e ci sono molti cadaveri ancora non portati via dalle case. Una fossa profonda circa 25 metri è stata scavata in uno degli antichi cimiteri, dove sono stati portati e seppelliti 30 corpi avvolti in tappeti o borsoni, mentre 40 ne erano stati portati ieri, martedì 8 marzo. Tra i morti figurano vittime civili dei bombardamenti sulla città e alcuni soldati.

Almeno dieci persone sono morte, invece, in bombardamenti russi su Severodonetsk, città situata nell’oblast’ di Luhansk. Lo ha riferito un funzionario ucraino sul posto, Sergiy Gadai, secondo cui l’esercito russo ha aperto il fuoco su edifici residenziali e altre costruzioni.

Un aereo russo, Su-27, infine, è statato abbattuto dalle forze ucraine e si è schiantato a Osokorky, quartiere della capitale Kiev, distruggendo una casa. Il pilota russo è morto.

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