Circa 60 paracadutisti russi hanno organizzato un ammutinamento e si sono rifiutati di combattere in Ucraina. Lo riporta il Daily Mail. Questi soldati, provenienti dal quartier generale delle forze aviotrasportate di Pskov, nel nord della Russia, potrebbero ora rischiare la prigione per insubordinazione.

Alcuni di questi soldati, sempre come riportato dal magazine britannico, sono stati licenziati e bollati come ‘codardi’. Altri, invece, sono destinati ad affrontare l’equivalente russo della corte marziale con probabili pene detentive. Si ritiene che il ministro della Difesa Sergei Shoigu abbia inviato uno dei suoi vice a Pskov per gestire l’insubordinazione.

L’Ucraina ha informato che queste truppe erano paracadutisti d’élite. Tale notizia non è stata confermata da fonti indipendenti anche se Pskov è un quartier generale chiave delle forze aviotrasportate russe. Inoltre, la testata d’opposizione russa Pskovskaya Guberniya ha riferito: “Circa 60 militari di Pskov si sono rifiutati di entrare in guerra in territorio ucraino. Dopo i primi giorni di combattimento, sono stati prima trasferiti nella Repubblica di Bielorussia, poi sono tornati nella loro base in Russia”, aggiungendo che “la maggior parte di loro è attualmente in fase di licenziamento ma alcuni rischiano procedimenti penali”.

Si tratta di uno dei numerosi casi di truppe russe che si rifiutano di obbedire agli ordini di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina e di ‘denazificare’ il Governo di Kiev e l’intero Paese.

In precedenza, un soldato russo prigioniero di Pskov, il 23enne Vladimir Safronov, durante gli interrogatori degli ucraini, ha anche rivelato che l’esercito di Mosca ha problemi con le razioni e gli ufficiali stanno depredando la popolazione civili: “Vanno male le cose con il cibo […] Spesso abbiamo una situazione in cui una razione per una persona è condivisa tra due”.

Il soldato ha anche detto: “Mangiamo principalmente quello che troviamo nelle case civili. C’è molto saccheggio, l’ho visto personalmente. Io non lo sostegno. I primi a farlo sono stati gli ufficiali, pure il comandante. Ho visto civili che si nascondevano, persone che non potevano evacuare, che vivevano nella paura costante. Mi sono sentito terribilmente dispiaciuto per loro ed è stato spaventoso trovarli”.

Infine, altri rapporti sostengono che si sono rifiutate di combattere anche le truppe d’élite delle forze speciali OMON di Khakassia.

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