Luca Goretti, generale, capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, in audizione alla Commissione Difesa di Camera e Senato, ha affermato: “Ho autorizzato il raddoppio dei nostri Eurofighter in servizio con la NATO in Romania: siamo a meno di meno di venti miglia dal confine ucraino. Dobbiamo prestare attenzione nella nostra attività di difesa aerea: basta niente per sconfinare e trovarci in guerra. Per questo dico ai miei equipaggi che mai come ora ogni cosa deve essere fatta secondo le regole. Non bisogna mai farsi prendere dalla foga di vedere cosa c’è. Potrebbero esserci tentativi di farci entrare in territorio ucraino e sarebbe la fine”.

Goretti ha spiegato: “Nel ponte aereo dell’Afghanistan dello scorso agosto sono stati impegnati 250 uomini e donne e 10 velivoli per l’evacuazione di poco più di 5mila civili. Nella prima e pronta risposta alla crisi ucraina di questi giorni, dove oltre al rafforzamento degli assetti per la difesa dei cieli nono stati messi a disposizione assetti per il trasporto aereo, rifornimenti in volo, per la ricerca informativa e per il personale, sono invece impegnati 170 militari stabilmente in Romania per la la difesa dello spazio aereo della Nato, a cui si affiancano altre 170 persone per l’effettuazione di missioni di supporto e gestione della complessa attività di volo presso il Comando delle operazioni aerospaziali di Ferrara. A questi si deve aggiungere tutto il personale in fase di approntamento impegnato nei contingenti Nato di alta prontezza operativa per ulteriori 700 unità, un totale di più di mille militari impegnati in queste operazioni”.

Goretti ha anche detto: “Vorrei stimolare una nuova riflessione sugli aerei a pilotaggio remoto. Io mi sono posto una domanda sull’opportunità di riavviare il processo autorizzativo volto ad armarli, in modo da dotarli finalmente di una componente di ingaggio al suolo”. “Questa capacità, qualora l’autorità politica ne autorizzi l’uso – ha spiegato il generale – potrà essere impiegata per ridurre drasticamente il rischio di perdita di vite umane. Non vogliamo utilizzarli ma averli significa avere questa capacità, mentre non averli e dover essere costretti ad impiegarli significa che non è detto che li troveremo poi sul mercato”.

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