Nonostante i proclami russi dopo i colloqui di Istanbul, il governatore della regione ucraina di Cherninhiv, Viacheslav Chaus, ha comunicato che gli attacchi proseguono. Chaus alla BBC ha, quindi, detto di non credere alla promessa di Mosca: “Non c’è stata neanche una volta in cui le loro forze militari hanno mantenuto la parola data”.

Inoltre, come riferito da Lyudmyla Denisova, difensore civico ucraino, e riportato dal Guardian, le bombe russe hanno anche colpito un edificio della Croce Rossa a Mariupol. Non è stato precisato se ci siano state morti e/o feriti: “Si tratta di un altro crimine di guerra dell’esercito russo secondo lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale e di una grave violazione della Convenzione di Ginevra”, ha detto Denisova che ha aggiunto: “L’aviazione nemica e l’artiglieria hanno fatto fuoco su un edificio segnato con una croce rossa su uno sfondo piano, che indica la presenza di persone ferite o civili e materiale umanitarie”.

La notizia è stata confermata dal portavoce della CRI al Guardian: “Possiamo confermare che le immagini che circolano mostrano il magazzino della Croce Rossa”. “Non abbiamo una squadra sul campo a Mariupol, quindi non abbiamo altre informazioni, anche su potenziali vittime o danni. Possiamo anche confermare di aver già distribuito tutti gli aiuti in magazzino”.

Sempre a Mariupol, inoltre, le bombe russe avrebbero colpito anche l’ufficio distaccato della missione consultiva dell’Unione Europea in Ucraina (EUAM). Il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) che ha spiegato che “l’ufficio e le attrezzature dell’Euam hanno subito gravi danni”. Nessun membro della missione o appaltatore, però, è rimasto ferito. “Condanniamo fermamente questi attacchi, così come qualsiasi attacco contro i civili e le infrastrutture civili. Chiediamo alla Russia di cessare immediatamente la sua offensiva militare e di ritirare incondizionatamente tutte le forze e l’equipaggiamento militare dall’intero territorio dell’Ucraina, come richiesto dalle risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e ordinato dalla Corte Internazionale di Giustizia”, ha aggiunto il SEAE.

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