La città di Borodyanka, secondo Kiev, è stata teatro di “massacri di civili” durante il mese di marzo, quando le forze russe hanno occupato l’area attorno alla capitale. E lì, appena ieri, mercoledì 20 aprile, sono stati trovati i corpi di nove civili, alcuni dei quali avevano “segni di tortura“, come riferito dalla polizia ucraina.

Su Facebook il capo della polizia locale, Andrii Nebytov, ha affermato: “Queste persone sono state uccise dagli occupanti e alcune delle vittime mostrano segni di tortura”. Inoltre, “in una fossa c’erano due uomini di 35 anni e, accanto a loro, c’era una ragazza di 15 anni”.

Nebytov ha aggiunto che in un’altra fossa “la polizia ha scoperto i corpi di sei persone: quattro uomini e due donne” che “potrebbero essere identificati come residenti della città”. E ancora: “L’esercito russo ha deliberatamente ucciso civili che non hanno opposto esistenza”, spiegando che i corpi delle vittime sono stati “portati negli obitori nella regione di Kiev per essere esaminati”. Esperti forensi hanno, inoltre, già ispezionato le due fosse.

Le forze di Mosca si sono ritirate tre settimane fa dalla regione di Kiev e da allora sono stati rinvenuti centinaia di corpi di civili, per cui si parla di “crimini di guerra” commessi dai russi occupanti. Accuse sempre respinte dal Cremlino.

Ieri, il presidente del Consiglio dell’Unione Europea Charles Michel ha visitato la cittadina: “La storia non dimenticherà i crimini di guerra commessi qui”, ha detto.

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