La Russia ha intimato alle forze ucraine che combattono a Mariupol di deporre le armi così da avere salve le vite ma non c’è stata nessuna reazione in merito da parte del Governo di Kiev. Come denunciato dal Ministero della Difesa russo, citato da Ria Novosti, l’Ucraina “ha proibito” i negoziati sulla resa dei militari rimasti a Mariupol “ordinando ai nazisti del Battaglione Azov di sparare a chiunque abbia intenzione di deporre le armi”.
In tutta l’Ucraina, poi, risuonano le sirene di allerta aerea e un rapporto del mattino dell’esercito di Kiev ha affermato che gli attacchi russi dal cielo su Mariupol continuano mentre sono in corso “operazioni d’assalto vicino al porto”. Inoltre, si ritiene che le forze russe stiano anche preparando una “operazione di paracadutismo” per atterrare a Mariupol.
I media locali hanno anche riferito di un’esplosione nella capitale ucraina ma il vicesindaco Mykola Povoroznyk ha smentito, sottolineando che i sistemi di difesa aerea hanno intercettato gli attacchi russi.
Tornando a Mariupol, il Ministero della Difesa russo ha affermato che le truppe del Cremlino hanno sgomberato l’area urbana e che solo un piccolo contingente di combattenti ucraini è trincercato in una acciaieria. Tuttavi, l’affermazione di Mosca secondo cui ci sarebbe stata la presa di Mariupol, teatro dei combattimenti più pesanti della guerra e della catastrofe umanitaria, non può essere verificata in modo indipendente. Sarebbe, comunque, la prima grande città a cadere in mano alle forze russe dall’invasione del 24 febbraio.
Il Ministero della Difesa russo, in una nota, ha dichiarato: “Tenendo conto della situazione catastrofica che si è sviluppata nello stabilimento metallurgico Azovstal, oltre ad essere guidate da principi puramente umani, le forze armate russe offrono ai militanti dei battaglioni nazionalisti e ai mercenari stranieri la possibilità di fermare qualsiasi ostitlità e di deporre le armi dalle 06:00 (ora di Mosca) del 17 aprile. Tutti coloro che depongono le armi hanno la garanzia che le loro vite saranno risparmiate”, aggiungendo che i difensori potrebbero lasciare l’impianto entro le 10 del mattino senza armi o munizioni. Ma Kiev, come scritto, non ha risposto all’ultimatum.
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