Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha accusato oggi, giovedì 1 dicembre, l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti d’America e la NATO, di essere coinvolto direttamente nella guerra in Ucraina, fornendo armi e addestramento ai soldati di Kiev.

Lavrov ha sottolineato che gli attacchi della Russia alle centrali elettriche ucraine e ad altre infrastrutture chiave che hanno lasciato milioni di persone senza elettricità, riscaldamento e acqua, mirano a “indebolire il potenziale militare dell’Ucraina” e a “rendere impossibile l’invio di armi occidentali”.

“Non si può dire che gli Stati Uniti e la NATO non siano coinvolti in questa guerra. Vi stanno partecipando direttamente”, ha detto Lavrov ai giornalisti. E ancora: “Non solo forniscono armi, stanno anche addestrando i soldati. Lo stanno facendo nel Regno Unito, in Germania, in Italia e in altri Paesi. Oltre all’addestramento sul loro territorio, centinaia di istruttori occidentali lavorano direttamente sul terreno, mostrando agli ucraini come sparare con le armi fornite”. Inoltre, il sostegno occidentale comprende pure l’invio di un gran numero di mercenari in Ucraina e l’intelligence per determinare gli obiettivi dell’esercito ucraino.

Lavrov ha sottolineato che l’intensificazione degli attacchi missilistici russi è finalizzata a “distruggere le centrali elettriche”, infrastrutture che “consentono all’Occidente di continuare a inviare armi micidiali in Ucraina per uccidere i russi”. Secondo Lavrov, infatti, “l’infrastruttura presa di mira dagli attacchi viene utilizzata per garantire il potenziale di combattimento delle forze armate ucraine e dei battaglioni nazionalisti”.

Il ministro degli Esteri russi ha anche detto che Mosca resta aperta ai negoziati per porre fine al conflitto: “Non abbiamo mai chiesto colloqui ma abbiamo sempre detto che siamo pronti ad ascoltare coloro che sono interessati a un accordo negoziato”.

Infine, interpellato sulla possibilità di un incontro tra i presidenti della Russia, Vladimir Putin, e degli Stati Uniti, Joe Biden, il capo della diplomazia russa ha risposto che Mosca “è sempre disponibile”, aggiungendo però che “non c’è stata ancora nessuna idea seria”.

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