Giorno 166 della guerra in Ucraina.

Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, in un incontro con la stampa a Mosca, ha affermato che un incontro tra Vladimir Putin e Voldymyr Zelensky “è possibile solo dopo che i negoziatori avranno completano i compiti a casa”. Al momento, però, “non ci sono i requisiti” per organizzarlo.

Al contempo, Peskov elogia gli sforzi del presidente turco Recep Tayyip Erdogan per organizzare i colloqui tra Mosca e Kiev: “Sapete che il presidente Erdogan ha ripetutamente offerto i suoi servizi e si è adoperato per avviare il processo di pace. Sappiamo che il suo ruolo è stato molto importante nell’organizzare condizioni molto, molto buone per lo svolgimento di diversi round di negoziati tra le delegazioni russa e ucraina. E il presidente continua anche a esprimere tale volontà politica: compiere tutti gli sforzi per aiutare tale processo”.

Centrale nucleare di Zaporizhia

Come spesso succede dall’inizio della guerra, c’è un rimbalzo di accuse tra Kiev e Mosca sugli attacchi alla centrale nucleare di Zaporizhia. Il Cremlino, infatti, ha accusato le forze di Kiev di avere bombardato l’impianto: “è potenzialmente estremamente pericoloso, potrebbe avere conseguenze catastrofiche per una vasta area, compreso il territorio europeo”.

Referendum

Infine, in merito alla possibilità che in alcune regioni dell’Ucraina in mano alle forze russe si tengano dei referendum per l’annessione a Mosca (ad esempio a Kherson), “sono i residenti ad avere questi piani. Non siamo noi a tenerli”. E, rivolgendosi a Zelensky, “si chieda perché ci sono così tanti cittadini che non vogliono vivere nel suo Paese”.

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