Scontro al Senato tra Fratelli d’Italia e Lega dopo l’informativa del presidente del Consiglio Mario Draghi sugli sviluppi della guerra in Ucraina.
Il senatore siciliano Ignazio La Russa, dai banchi di Palazzo Madama, ha detto: “Ci inchiniamo alla difesa eroica dei soldati ucraini che combattono per la loro libertà e per la nostra indipendenza e non solo a Mariupol ma in tutta l’Ucraina, e senza eccezioni. Mi meraviglio che ci sia chi non lo capisca”. “Se l’Italia diventasse l’anello debole e rompesse la compattezza dell’occidente mettendo in discussione il sostegno militare a Kiev, diventeremmo il paria dell’Occidente, uno stato inaffidabile e questo avrebbe costi enormi in termini di sicurezza, economici e commerciali. Stiamo con gli aggrediti. L’intervento in difesa, politico e con l’invio delle armi necessarie, è condiviso da Fratelli d’Italia ed è necessario per la nostra nazione”.
La Russa ha ricordato che “la destra italiana è sempre stata per la NATO e per l’Occidente fin dal 1949. E siamo lieti, come ha detto Renzi, che Berlinguer abbia cercato di cambiare quella che in Italia era una posizione radicalmente diversa della sinistra e che ancora echeggia, non nel PD”. La Russa spera in “una colonna europea della NATO, perché una cosa è essere alleati e una cosa sudditi. Ma se la difesa è necessaria, non si può dire che gli americani non possono fare ingerenze. Decidetevi: se volete essere alla pari non potete essere contro gli sforzi necessari per una difesa che si dimostra indispensabile. Bisogna aiutare gli ucraini a difendersi: cosa gli mandiamo gli scudi e gli elmetti medievali? I coltelli da cucina spuntati? Le armi per difendersi vuol dire le armi necessarie a ricacciare indietro chi li ha invasi”.
Per La Russa “l’Italia non può diventare il ventre molle dell’Occidente. Noi stiamo dalla parte dell’Italia e degli aggrediti. La difesa è sempre legittima”.
Matteo Salvini ha risposto così: “Chi continua a parlare solo di armi e guerra non fa il bene dell’Ucraina, del mondo intero, non fa il bene dell’Italia, e qui siamo stipendiati dagli italiani. Ed è bene salvare vite nei paesi vicini ma dobbiamo fare anche l’interesse nazionale italiano. E far cessare la guerra il prima possibile significa salvare posti di lavoro in Italia. Pace significa lavoro”. E poi l’attacco diretto a la Russa: “Quando qualcuno in quest’Aula rinnova l’invito a inviare altri armi e al massimo gli operai italiani tireranno la cinghia, io non ci sto. Noi siamo orgogliosamente ancorati ai valori e alla libertà dell’Occidente. Noi stiamo con la democrazia, mai con la guerra, con i popoli, mai con gli assessori”.
Salvini, poi, rivolgendosi a Draghi: “Chieda lei a Putin lo sblocco delle navi, lo sblocco dei porti. Sono convinto che alla sua richiesta arriverà una risposta positiva, si faccia promotore di un piccolo grande gesto”. E ancora: “Chieda a Mosca di ritirare la sua candidatura a Expo 2030 e di sostenere quella di Odessa, sarebbe un bellissimo gesto distensivo e avrebbe una risposta positiva”.
Il leghista ha poi invitato Draghi a chiedere “un cessate il fuoco di 48 ore, con Italia, Francia, Germania e Santa Sede pronti a essere garanti dell’avvio di negoziati. Chieda un cessate il fuoco di 48 per sedersi intorno a un tavolo e sono convinto che sarà ascoltato con attenzione. Che l’Italia sia promotrice di pace. E di dialogo. Ma non lo dico perché m’ha chiamato Putin stanotte, i sorrisini di qualcuno a sinistra… Lo dico perché la pace non si ottiene andando in piazza con le bandiere ma lavorando seriamente con tutte le persone con cui bisogna lavorare”.