Gli scontri tra i tifosi napoletani e quelli dell’Eintracht Francoforte hanno portato a sette arresti: quattro campani e tre tedeschi. Ma si tratta solo di una prima tranche perché altri provvedimenti potrebbero essere presi nelle prossime ore.

Quattro arresti, di cui uno in flagranza, sono stati notificati per i tafferugli che si sono verificati ieri sera, mercoledì 15 marzo, nel lungomare della città, nei pressi dell’hotel dove alloggiavano gli ultras tedeschi. Altri tre, in differita, sono stati notificati invece per gli scontri avvenuti nel pomeriggio in piazza del Gesù.

I tifosi tedeschi hanno lasciato l’albergo e sono stati portati, a bordo di bus, verso Salerno, Roma e Capodichino così da raggiungere le rispettive destinazioni. I mezzi sono stati soccorsi dalle forze dell’ordine.

La ‘guerriglia’ ha causato danni anche ai commercianti: molti i tavoli divelti nel centro città. E sulle strade c’erano cocci di vetro e pietre. Trovate a terra persino tre bottiglie di birra modificate in molotov: necessaria una task force che ha già ripulito le strade.

La nota del sindacato dei Carabinieri

La misura impugnata non è adeguatamente motivata. Con questa motivazione un giudice del Tar di Napoli si è contrapposto ad una decisione governativa che vietava la vendita dei biglietti per la partita Napoli-Eintracht, annullando un provvedimento del Prefetto.

“Il danno è garantito: una guerriglia che pagano solo i cittadini napoletani e le forze dell’ordine. Possibile che in Italia il troppo garantismo crei tutte queste distruzioni? Possibile che in Italia i tutori dell’ordine siano i soli a dover difendere lo Stato?”.

Lo ha dichiarato, in una nota Antonio Tarallo, segretario generale dell’Unione sindacale italiana carabinieri (USIC) dopo gli scontri tra tifosi per la partita Napoli-Eintracht. “Noi riteniamo che sia giunto il momento per il governo di creare norme che determinino la punizione del colpevole, siano essi i distruttori che i decisori. Ma principalmente norme che, per cause di forza maggiore, non potranno essere appellabili alla giustizia amministrativa che decide nel merito delle situazioni e non sulle possibili cause e conseguenze dell’evento. La misura è ormai colma e vedere lo Stato inerme e inerte di fronte alla violenza diventa di per se’ una sconfitta a prescindere dai danni causati”, ha concluso.