Una donna è stata accusata di avere causato la morte di una sposa nel giorno delle sue nozze ed è stata incriminata.
La vicenda
Nei documenti presentati in tribunale mercoledì scorso, 20 settembre, Jamie Lee Komoroski, 25 anni, è stata incriminata con quattro capi d’accusa di reato nella Carolina del Sud, negli Stati Uniti d’America.
La giuria popolare ha emesso l’incriminazione il 12 settembre, con le accuse di guida sotto l’influenza con conseguente morte e omicidio colposo.
Le incriminazioni sono giunte poche settimane dopo che Komoroski è comparsa in tribunale ed è scoppiata in lacrime quando il giudice ha respinto la sua richiesta di cauzione perché “a rischio fuga”. Resterà dietro le sbarre fino al suo processo, previsto per marzo 2024.
Tuttavia, se la data d’inizio del processo dovesse tardare, la donna potrebbe essere rilasciata ma a determinate condizioni, tra cui gli arresti domiciliari e il monitoraggio elettronico.
La donna aveva affermato di non ritenersi una “minaccia per la società” dopo essere stata accusata di avere provocato la collisione che ha causato la morte della giovane sposa Samantha Miller, 34 anni, e il ferimento di altre due persone a Folly Beach, in Carolina del Sud, il 28 aprile, tra cui il marito Aric Hutchinson.
Gli agenti hanno riportato che Jamie Lee Komoroski stesse guidando la sua Toyota Camry al doppio del limite di velocità legale quando ha colpito la golf car su cui si trovava la coppia. Poi, un rapporto tossicologico ha rivelato che il contenuto alcolico nel sangue di Komoroski superava di tre volte il livello legale.
“Non voglio andare in prigione”
Attualmente la donna è detenuta a Sheriff Al Cannon, da dove ha effettuato alcune telefonate per discutere del suo caso e del suo futuro. In una chiamata, recentemente resa pubblica dall’Ufficio dello Sceriffo della Contea di Charleston, la 25enne ha detto al padre che non vuole “andare in prigione per 15 anni”. “Non penso di essere una minaccia per la società – ha affermato – Sono solo spaventata, papà, non voglio andare via per così tanto tempo. Non voglio essere mandata via per tipo 15 anni o qualcosa del genere. Mi dispiace molto”. E il padre ha risposto così: “Non devi dirmi di essere dispiaciuta. Mi capisci? So che sei dispiaciuta. So che hai commesso un errore, ma sai una cosa? È finita e non c’è niente che si possa fare al riguardo. Ora dobbiamo pensare a oggi e a domani, ok?”.
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