Westminster, Tower bridge, White chapel e altri luoghi simbolo di Londra come il London Eye o la Cattedrale di Saint Paul o persino lo stadio del Chelsea, lo Stamford Bridge, sotto dieci metri di acqua. Non è lo scenario di un film apocalittico tipo “The day after tomorrow”, non è l’effetto del disgelo causato dal riscaldamento globale, ma lo scenario peggiore possibile degli effetti di uno sciopero proclamato da tremila dipendenti dell’Agenzia per l’ambiente inglese e, tra questi, anche quelli che si occupano della barriera posta sul corso del Tamigi per proteggere la capitale britannica dalle piene del grande fiume.
Un allarme alquanto terroristico, pubblicato dal The Sun, uno dei principali tabloid d’Oltremanica, giornale, va detto, che punta sul sensazionalismo e sullo scandalistico per tirare su copie.
Ma quelle immagini pubblicate a corredo dell’articolo sullo sciopero dei lavoratori fanno davvero effetto e rimandano alle scene del noto film di Roland Emmerich del 2004, prima che il grande freddo sommergesse tutto sotto una immensa coltre di ghiaccio.
Lo sciopero è stato proclamato per protestare contro il mancato adeguamento degli stipendi, con un aumento di appena l’1% negli ultimi dieci anni, coinvolgerà circa tremila lavoratori ed è previsto informa il Sun, per il mese prossimo.
Una scelta temporale non casuale: in quel periodo la piena del Tamigi toccherà il suo massimo e, spiega il giornale, gli esperti hanno avvertito della devastazione apocalittica che può causare, se le saracinesche della barriera non saranno chiuse.
Nel 2014 l’Agenzia per l’Ambiente ha creato una mappa in stile “giorno del giudizio” che mostrava gli effetti dell’innalzamento del livello delle acque senza che le barriera fosse attiva.
Le aree a rischio di alluvione includevano Westminster, l’Arena O2, il Tower Bridge e aree molto popolate vicino al fiume – come Southwark, l’Isola dei cani, Whitechapel e West Ham.
Gli scenari peggiori, come detto, prevedevano che alcune parti del centro di Londra potrebbero finire per 30 piedi, quasi dieci metri, sott’acqua.
Fino a ora le trattative per scongiurare lo sciopero sono fallite e l’allarme cresce anche in virtù degli effetti devastanti delle alluvioni in alcune regioni della Gran Bretagna, come nel Derbyshire dove una diga è stata danneggiata dalle forti piogge.
La barriera del Tamigi, che è costata 534 milioni di sterline, è stata aperta nel 1982, è progettata per proteggere il centro di Londra dalle maree e fino a oggi è entrata in funzione 184 volte. E’ il secondo sistema di difesa dalle piene al mondo, per dimensione dopo l’Oosterscheldekering, una diga sulla Schelda, in Olanda.
Le sue dieci enormi porte possono essere sollevate su cinque piani, bloccando efficacemente il Tamigi. Sono un’ottantina gli addetti e cinquanta di loro avrebbero aderito allo sciopero. Una fonte dell’Agenzia per l’ambiente ha detto al Sun di non essere certo che il personale in servizio potrebbe far funzionare efficacemente le barriere. Ma l’amministrazione si starebbe attivando per far confluire nella Capitale personale da altre regioni per scongiurare ogni conseguenza di uno sciopero.
La prima risposta già tra il due e l’otto settembre, quando è prevista la prima delle due tornate di sciopero; la successiva tra il 23 e il 29 settembre.
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