“Stavano truccando il concorso in magistratura ordinaria, rendendo riconoscibile con segni identificazione il tema in una delle tre discipline, informando uno dei commissari del concorso del segno identificativo dello scritto”. Lo ha reso noto il procuratore di Roma Francesco Lo Voi nel corso di un convegno alla Corte dei Conti specificando che i fatti non sono più coperti da segreto investigativo.

Indagini già concluse, ha spiegato Lo Voi al convegno

In base a quanto si apprende, nell’inchiesta ci sono due indagati, un professore universitario nella qualità di commissario dell’ultimo concorso in magistratura, e uno dei candidati. Le indagini si sono concluse con un decreto di giudizio immediato.

Il tentativo di alterare la regolarità della selezione

Una vicenda che risale ad alcune settimane fa ma che è stata resa nota oggi dal capo dei pm di Roma nel corso di un convegno alla Corte dei Conti. In base a quanto riferito dal magistrato nel corso di una delle prove scritte è stato messo in atto un tentativo di alterare la regolarità della selezione. “Per un errore il messaggio con il segno identificativo è stato trasmesso sul telefono di un altro commissario – ha spiegato Lo Voi – Quest’ultimo ha denunciato quanto avvenuto, abbiamo aperto un procedimento penale e nel giro di pochi giorni abbiamo identificato i protagonisti. Abbiamo cercato i profili penali e se non avessimo avuto il 323 (abuso d’ufficio, ndr.) un fatto come questo, che a me pare piuttosto grave, non avremmo potuto fare assolutamente niente'”.

Chi sono gli indagati

Nell’indagine avviata a Piazzale Clodio sono state iscritte nel registro due persone. Si tratta di un professore universitario nella qualità di commissario e uno dei candidati. Per i due è scattato il giudizio immediato da parte dei pm della Capitale che consente di portare il procedimento davanti al tribunale saltando l’udienza preliminare.