Il padre di Ilaria Salis, l’ingegnere Roberto, ha espresso profonda delusione dopo un incontro con i ministri, avvenuto subito fuori il Ministero della Giustizia di via Arenula a Roma con lo scopo di trovare una soluzione per la situazione di detenzione della figlia ma si è concluso, a quanto pare, senza niente di significativo.
Un Incontro Senza Risposte
“È andata molto peggio di come ci aspettavamo,” ha dichiarato Roberto Salis immediatamente dopo l’incontro con il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. La famiglia Salis, che cercava sostegno e interventi specifici per la situazione di Ilaria, si è sentita “completamente lasciata da sola”, un sentimento aggravato dalla mancanza di azioni preferenziali per i cittadini italiani detenuti all’estero, come spiegato dallo stesso ministero.
Gli Sforzi del Governo e le Promesse Non Mantenute
Nonostante la situazione disperata, l’incontro con il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il Ministro Nordio ha avuto luogo, dove è stata discussa la possibilità di modificare la detenzione carceraria di Ilaria attraverso l’intervento del difensore ungherese presso l’organo competente. Questa mossa sarebbe essenziale per attivare la decisione quadro UE del 2009, che potrebbe consentire l’esecuzione degli arresti domiciliari in Italia. Tuttavia, la realtà delle promesse governative non ha ancora incontrato le aspettative della famiglia Salis.
Un Padre che Non Molla
Nonostante l’amarezza e la delusione, Roberto Salis rimane determinato a lottare per i diritti della figlia. “Ringrazio tutti e sono commosso, nonostante l’incontro di oggi non sia stato positivo e non abbia portato a quello che mi aspettavo, non mollerò,” ha affermato Salis, sostenuto anche da una fiaccolata a Monza.
Il comunicato del Ministero degli Esteri
Questo il testo integrale del comunicato dei ministeri degli Esteri e della Giustizia: “Nel quadro dell’attenzione riservata dal Governo al caso di Ilaria Salis, il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, hanno ricevuto oggi separatamente il padre della connazionale, l’ingegnere Roberto Salis, accompagnato dall’avvocato Eugenio Lasco. I Ministri hanno evidenziato che i principi di sovranità giurisdizionale di uno Stato impediscono qualsiasi interferenza sia nella conduzione del processo sia nel mutamento dello status libertatis dell’indagato. I Ministri hanno altresì rappresentato le ragioni di diritto e di fatto per cui la richiesta di sostituzione della misura cautelare presso l’Ambasciata italiana non è possibile. In particolare, il Ministro della Giustizia ha rilevato che una interlocuzione epistolare tra un dicastero italiano e l’organo giurisdizionale straniero sarebbe irrituale ed irricevibile. Il Ministro Tajani ha posto l’accento sui passi già effettuati dal Presidente del Consiglio con il Presidente Orbàn e da lui personalmente con il Ministro degli Esteri ungherese per due volte, oltre che sulla convocazione formale dell’Incaricato d’Affari ungherese alla Farnesina martedì 30 gennaio. Nel contempo il Ministro Nordio ha prospettato l’opportunità che il difensore ungherese insista presso l’organo competente per la modifica della detenzione carceraria, condizione indispensabile per attivare la decisione quadro Ue del 2009 e quindi l’eventuale esecuzione degli arresti domiciliari in Italia. Ha inoltre spiegato che anche attraverso l’intervento del garante dei detenuti sarà assicurata la conformità del trattamento detentivo della connazionale, Ilaria Salis, alle norme internazionali. Ambedue i Ministri hanno ribadito all’Ing. Salis l’impegno del Governo a far rispettare i diritti dei detenuti previsti dalle norme europee”.
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