La Procura di Venezia sta indagando sull’incidente avvenuto ieri sera a Mestre, in cui un autobus è precipitato dal cavalcavia, causando la tragica morte di 21 persone e il ferimento di altre 15. L’indagine è attualmente diretta contro individui sconosciuti ed è focalizzata sul reato di omicidio plurimo stradale.

Il procuratore capo Bruno Cherchi ha riferito che, secondo le prime analisi dell’incidente, l’autobus coinvolto non ha avuto alcun contatto con altri veicoli prima di cadere dal cavalcavia. Inoltre, non ci sono segni di incendio a bordo dell’autobus precedenti allo schianto.

Inoltre, è stato notato che non ci sono evidenze di frenate da parte del conducente dell’autobus prima dell’incidente. Si è, invece, riscontrata una fuoriuscita di gas dalle batterie al litio e ciò potrebbe avere contribuito al tragico esito. Le indagini proseguiranno per scoprire ulteriori dettagli ed eventuali responsabilità.

Cosa dice l’esperto

Massimo Guarnieri, docente del dipartimento di ingegneria industriale dell’università di Padova, responsabile del laboratorio di ingegnerizzazione dei sistemi di accumulo Eescolab, all’Ansa, ha spiegato che “le batterie al litio purtroppo possono prendere fuoco e quando questo accade è estremamente difficile estinguere le fiamme fino alla consumazione completa delle sostanze combustibili”.

“Quando si connettono più batterie assieme, come avviene in un mezzo a trazione elettrica – ha aggiunto Guarnieri – è sempre possibile un fenomeno chiamato runaway termico, cioè il surriscaldamento di un accumulatore che si estende rapidamente anche agli altri. Se questo accade il mezzo si incendia completamente e lo abbiamo potuto constatare, anche in veicoli di altissima qualità, come automobili Tesla. È un fenomeno raro ma noto da oltre 20 anni e che si può prevenire solo con una ottima progettazione dei sistemi di controllo termico”.

A proposito del bus precipitato, Guarnieri pensa che l’incendio sia scaturito da scintille avvenute dopo l’urto a causa della rottura dei compartimenti di isolamento delle varie sostanze chimiche, dal litio al cobalto al manganese, tutti elementi altamente reattivi: “Quando si incendiano accumulatori di questo tipo l’intervento dei vigili del fuoco è utile soltanto ad isolare il focolaio da altri corpi potenzialmente incendiabili ma è quasi impossibile che il fuoco si spenga senza aver prima esaurito tutto il contenuto delle batterie”, ha concluso.

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