Con l’arrivo del freddo, l’influenza australiana torna a colpire in modo virulento anche in Italia: ecco come riconoscerla, curarla e prevenirla.

Nel giro di pochi giorni, complice il brusco abbassamento delle temperature, l’influenza australiana è diventata una delle principali preoccupazioni sanitarie dell’autunno 2025.

Ma cosa si intende davvero con “influenza australiana”? È un virus nuovo? Quali sono i rischi reali per la popolazione? E, soprattutto, come possiamo proteggerci?

La risposta è rassicurante ma non da sottovalutare: l’influenza australiana non è un nuovo virus, bensì il nome dato ai ceppi influenzali che hanno già circolato in Australia, dove l’inverno comincia prima che in Europa. L’osservazione di ciò che accade nell’emisfero sud, infatti, aiuta i medici italiani a prevedere l’andamento della stagione influenzale nel nostro Paese.

I sintomi dell’influenza australiana: come riconoscerla

I sintomi dell’influenza australiana sono in gran parte simili a quelli dell’influenza stagionale classica, ma con un’intensità che desta maggiore attenzione. Secondo gli esperti, la variante 2025 si presenta in modo particolarmente virulento, con un decorso più aggressivo, specialmente nei soggetti fragili.

I sintomi principali includono:

  • Febbre alta, spesso superiore ai 38,5°C;
  • Dolori muscolari diffusi, anche intensi;
  • Tosse secca e persistente;
  • Mal di gola;
  • Stanchezza profonda e prolungata;
  • Congestione nasale e inappetenza.

Nei bambini, il quadro può essere aggravato da vomito o diarrea, rendendo la gestione della malattia ancora più delicata.

Come confermato dall’osservatorio RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, il numero dei contagi è aumentato sensibilmente a partire dalla quarta settimana di novembre, in coincidenza con il primo vero freddo stagionale.

Durata, contagio e complicazioni: cosa sapere

L’influenza australiana dura in media 5-7 giorni, ma la stanchezza può persistere anche oltre, lasciando una sensazione di spossatezza per settimane.

Il contagio avviene per via aerea, attraverso le goccioline di saliva emesse con colpi di tosse o starnuti, ma anche per contatto con superfici contaminate (come maniglie, tastiere o giocattoli).

Il periodo di contagiosità inizia 1-2 giorni prima della comparsa dei sintomi e prosegue fino a una settimana dopo. Questo significa che si può essere contagiosi anche senza saperlo, rendendo ancora più importante il rispetto delle norme igieniche di base.

Le complicazioni più frequenti possono includere:

  • Bronchiti e polmoniti;
  • Otiti, soprattutto nei bambini;
  • Peggioramento di patologie croniche, come asma, diabete o scompenso cardiaco.

Proprio per questo motivo, le autorità sanitarie invitano alla massima cautela, specialmente per gli anziani, i pazienti immunodepressi o affetti da malattie croniche.

Come curare l’influenza australiana

Non esiste una cura specifica per l’influenza australiana, come per le altre influenze stagionali. Tuttavia, alcuni accorgimenti aiutano ad alleviare i sintomi e a prevenire complicazioni.

Le indicazioni principali sono:

  • Riposo assoluto per almeno 5-7 giorni;
  • Idratazione abbondante, con acqua, brodi e tisane calde;
  • Farmaci sintomatici, come paracetamolo o ibuprofene, per abbassare la febbre e ridurre dolori muscolari;
  • Evitare l’assunzione di antibiotici, che sono inutili contro i virus e vanno prescritti solo in caso di infezioni batteriche secondarie.

È importante non sottovalutare i sintomi e rivolgersi al medico di fiducia se la febbre persiste oltre 3 giorni, se la tosse peggiora o se compaiono difficoltà respiratorie.

La prevenzione inizia dalla tavola

Un elemento spesso trascurato, ma fondamentale per affrontare meglio l’influenza, è l’alimentazione preventiva. Alcuni nutrienti, infatti, rafforzano le difese immunitarie e aiutano a combattere i virus respiratori.

Gli esperti consigliano di privilegiare:

  • Vitamina C, presente in agrumi, kiwi, broccoli, spinaci, cavolo;
  • Vitamina A, contenuta in zucca, carote e alimenti arancioni;
  • Vitamina D, abbondante in uova, pesce azzurro e latticini;
  • Vitamina E, zinco e omega-3, presenti in noci, mandorle, semi di zucca e salmone;
  • Probiotici, tramite yogurt, kefir e alimenti fermentati, per un microbiota intestinale in equilibrio.

Inoltre, non bisogna dimenticare l’importanza di aglio, cipolla e spezie. Come ricorda la Fondazione Veronesi, queste sostanze hanno proprietà antisettiche e antinfiammatorie, aiutano a fluidificare il catarro e favoriscono il benessere generale.

Tra le spezie consigliate:

  • Zenzero, cannella, peperoncino, curry, timo, salvia, alloro.
  • Anche il limone usato come condimento sulle verdure aiuta ad assorbire meglio il ferro, potenziando le difese naturali.

Vaccinazione e buone pratiche igieniche

La vaccinazione antinfluenzale resta il metodo più efficace per prevenire l’infezione e ridurre i sintomi nei soggetti che dovessero comunque contrarre il virus. In particolare, è fortemente raccomandata per:

  • Over 65;
  • Persone con malattie croniche;
  • Donne in gravidanza;
  • Operatori sanitari;
  • Bambini e adolescenti fragili.

Oltre alla vaccinazione, è fondamentale adottare comportamenti responsabili, tra cui:

  • Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o gel alcolici;
  • Coprire naso e bocca quando si tossisce o starnutisce;
  • Evitare luoghi affollati o contatti con persone malate;
  • Arieggiare frequentemente gli ambienti chiusi.

Curiosità: lo sapevi che…?

  • L’influenza australiana non è un “virus esotico”, ma un termine epidemiologico usato per descrivere i ceppi che arrivano in Europa dopo aver circolato in Australia.
  • Secondo i dati del sistema RespiVirNet, il picco influenzale 2025 in Italia è atteso tra metà dicembre e inizio gennaio.
  • La vitamina D, essenziale per il sistema immunitario, può risultare carente in inverno a causa della scarsa esposizione al sole.
  • I bambini sotto i 5 anni sono tra le categorie più esposte alle complicazioni influenzali, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

FAQ – Domande frequenti sull’influenza australiana

Quanto dura l’influenza australiana?
Generalmente tra i 5 e i 7 giorni, ma la stanchezza può persistere più a lungo.

Quali sono i sintomi più evidenti?
Febbre alta, dolori muscolari, tosse secca, stanchezza, mal di gola. Nei bambini anche vomito e diarrea.

Come si trasmette?
Attraverso droplets (saliva), starnuti, superfici contaminate e contatto con occhi, naso, bocca.

Serve prendere antibiotici?
No, a meno che il medico non riscontri un’infezione batterica secondaria.

Il vaccino è obbligatorio?
Non è obbligatorio, ma altamente raccomandato per le categorie a rischio.