In Iran la polizia ha arrestato un uomo accusato di avere ucciso la figlia 14enne. Un ‘omicidio d’onore’ che ha suscitato indignazione in tutto il mondo.

Stando a quanto riportato sulla BBC, Romina Ashrafi era scappata di casa con il fidanzato di 35 anni dopo che il padre si era opposto al loro matrimonio. La coppia è stata poi ritrovata dalla Polizia e Romina è stata rimandata dal padre nonostante abbia riferito di temere per la sua vita.

Giovedì scorso, 21 maggio, infatti, la ragazza è stata aggredita dal genitore mentre si trovava nella sua stanza. Secondo il sito Gilkhabar.ir, Romina è stata decapitata con una falce e il padre è poi uscito di casa «con l’attrezzo in mano e ha confessato».

La terribile vicenda è diventata anche politica in Iran dove alcuni lamentano che l’assassinio di Romina dimostra il fallimento della legislazione esistente per tutelare le donne. Inoltre, l’hashtag #Romina_Ashrafi su Twitter è stato usato più di 50mila volte e la maggioranza degli utenti ha condannato l’uccisione e la natura patriarcale della società iraniana.

Shahindokht Molaverdi, attuale segretaria della Società iraniana per la protezione dei diritti delle donne, ha scritto: «Romina non è né la prima né sarà l’ultima vittima degli omicidi d’onore» che continueranno «finché la legge e le culture dominanti nelle comunità locali e globali non saranno scoraggiate com’è necessario»

Infatti, il codice penale islamico iraniano riduce le misure punitive per i padri e gli altri membri della famiglia che vengono condannati per omicidio o danni fisici ai bambini in caso di violenza domestica o «delitti d’onore».

Se un uomo viene dichiarato colpevole di avere ucciso la figlia, la pena è tra i 3 e i 10 anni di carcere anziché la condanna a morte o il pagamento di diyeh (compensazione legale in denaro) previsti per il resto degli omicidi.