Mona Heydari era una giovane donna iraniana, uccisa, decapitata, dal marito sabato scorso, 5 febbraio, ad Ahvaz. Aveva 17 anni.

Su YouTube è stato pubblicato un video terribile: il marito, sorridente, con in una mano la testa della donna e nell’altra un grosso coltello, che sfila per le strade della città iraniana. La clip non è stata tolta perché la policy in Iran non lo prevede.

Mona Heydari lascia un figlio piccolo. Sposata forzatamente con suo cugino, Sajjad Heydari, a soli 15 anni, l’adolescente è stata vittima di violenze domestiche, come riportato dal CNRI, un comitato iraniano per la difesa delle donne: “Ogni volta che ha chiesto il divorzio, la sua famiglia l’ha persuasa a tornare a casa e a continuare a vivere con il marito per il bene del figlio”.

La giovane era anche fuggita in Turchia, dov’è rimasta sei mesi prima di rientrare in Iran, trovata dal padre e dallo zio e da cui aveva avuto la promessa che sarebbe stata al sicuro. Sola e indifesa, Mona Heydari si è fidata ma è stata uccisa al ritorno dal marito e dal cognato.

Secondo il giornalista iraniano Farzad Seifikaran, che ha citato una fonte vicina alla famiglia, la 17enne avrebbe incontrato un rifugiato siriano in Turchia tramite Instagram. Un pretesto che avrebbe giustificato il ‘delitto d’onore’ agli occhi del suo assassino. Sajjad Heydari e il fratello sono stati arrestati e sono in attesa del processo.

Tuttavia, la loro condanna è tutt’altro che scontata. Perché l’Iran autorizza un padre, un fratello o uno zio ad uccidere una moglie infedele o un figlio omosessuale per togliere l’onore della famiglia. Crimini diffusi soprattutto nell’area rurale del Paese islamico. In alcuni casi specifici, la legge prevede solo una pena massima di cinque anni di reclusione.