Lunedì a Sharm el-Sheikh inizieranno negoziati cruciali tra Israele e Hamas per trattare la liberazione degli ostaggi e una possibile fine della guerra nella Striscia di Gaza.
Promossi dall’Egitto e sostenuti da mediatori internazionali, i colloqui rappresentano un passaggio delicato e potenzialmente decisivo per porre fine a mesi di devastazioni e ostilità. La cornice diplomatica, che segue la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, punta a ottenere un cessate il fuoco duraturo e un accordo sullo scambio di prigionieri.
Un negoziato ad alta tensione
Secondo una fonte palestinese vicina ad Hamas, le delegazioni delle due parti si incontreranno nello stesso edificio, ma lontano dagli occhi della stampa. “I negoziati mirano a discutere la tempistica per la preparazione delle condizioni sul campo per il trasferimento dei prigionieri detenuti a Gaza, come preludio all’avvio del processo di scambio di prigionieri”, ha dichiarato la fonte.
La posizione di Hamas: pronti a fermare la guerra
Un alto funzionario di Hamas, rimasto anonimo, ha dichiarato alla stampa: ”Hamas è molto desideroso di raggiungere un accordo per porre fine alla guerra e avviare immediatamente il processo di scambio di prigionieri in conformità con le condizioni sul campo”. Il gruppo islamista ha inoltre sottolineato la necessità di un cessate il fuoco immediato e totale da parte israeliana: ”L’occupazione non deve ostacolare l’attuazione del piano del presidente Trump. Se l’occupazione ha reali intenzioni di raggiungere un accordo, Hamas è pronta”.
Le richieste del movimento palestinese sono chiare:
- Interruzione delle operazioni militari israeliane in tutta la Striscia di Gaza
- Stop ai voli di ricognizione e all’uso di droni
- Ritiro delle truppe israeliane da Gaza City
In cambio, anche Hamas e le fazioni della resistenza sospenderebbero le attività militari. Tuttavia, giusto ricordare, che il piano Trump prevede che Hamas lasci il potere, con un governo di autocrati palestinesi.
Il nodo degli ostaggi e il piano di scambio
Al centro del negoziato ci sarà la presentazione delle mappe israeliane che definiranno le rotte e i tempi del ritiro delle truppe. Tali mappe coincideranno con le fasi dello scambio dei prigionieri.
Hamas presenterà gli elenchi dei detenuti palestinesi da liberare in cambio degli ostaggi israeliani.
Secondo quanto previsto dal piano di Trump:
- Israele dovrebbe rilasciare 250 prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo
- Oltre 1.700 detenuti arrestati nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023
Un accordo che, se attuato, rappresenterebbe uno dei più significativi scambi di prigionieri nella storia recente del conflitto israelo-palestinese.
Il sostegno dei Paesi arabi e musulmani
Il piano ha ricevuto un’ampia approvazione internazionale. I ministri degli Esteri di Giordania, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Pakistan, Turchia, Arabia Saudita, Qatar ed Egitto hanno espresso apprezzamento per la disponibilità di Hamas a negoziare. In una dichiarazione congiunta, il ministero degli Esteri pakistano ha riferito: ”I ministri degli Esteri hanno accolto con favore le misure adottate da Hamas in merito alla proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di porre fine alla guerra a Gaza, rilasciare tutti gli ostaggi, vivi o deceduti, e avviare immediatamente i negoziati sui meccanismi di attuazione”.
I ministri hanno inoltre sostenuto l’appello di Trump a Israele per fermare immediatamente i bombardamenti, elogiando “il suo impegno a stabilire la pace nella regione”.
Questi sviluppi, hanno sottolineato, rappresentano una reale opportunità per:
- Ottenere un cessate il fuoco globale e sostenibile
- Alleviare le condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza
- Evitare lo sfollamento forzato del popolo palestinese
- Favorire il ritorno dell’Autorità Nazionale Palestinese a Gaza
Tunnel, ospedali e accuse di uso militare delle strutture civili
Nel frattempo, l’esercito israeliano (IDF) e il servizio di sicurezza interna (ISA) hanno rivelato nuove scoperte a Gaza City. Le forze israeliane hanno individuato un tunnel di Hamas lungo circa 1,5 chilometri, situato nei pressi dell’ospedale giordano.
Secondo i militari, il tunnel portava a un laboratorio sotterraneo di fabbricazione di armi ed era parte di una base militare di Hamas usata da comandanti di compagnia e di plotone. Al suo interno erano presenti sale riunioni, alloggi per ufficiali e aree per la produzione. Un secondo cunicolo è stato, inoltre, rinvenuto sotto l’ospedale Hamad.
L’IDF ha dichiarato: ”Hamas utilizza sistematicamente i complessi ospedalieri a Gaza per nascondere infrastrutture e condurre operazioni militari, sfruttando le strutture umanitarie come copertura”.
Israele ha però voluto chiarire che l’attività militare nei pressi dell’ospedale giordano è avvenuta senza coinvolgimento o conoscenza della Giordania. Le operazioni di mappatura delle gallerie e delle strutture sotterranee proseguono, soprattutto nelle zone dove si sospettano ulteriori attività terroristiche.






Commenta con Facebook