Il conflitto tra Israele e Iran ha raggiunto un nuovo picco di tensione oggi, 19 giugno, con attacchi missilistici iraniani contro obiettivi civili israeliani e una risposta decisa da parte del governo di Benjamin Netanyahu. Nel settimo giorno dell’operazione militare israeliana denominata Rising Lion, le dichiarazioni incendiarie dei leader di entrambi i paesi e l’incertezza sul ruolo degli Stati Uniti alimentano il timore di un’escalation regionale.
Attacco missilistico iraniano su Beersheba
Nella mattinata di oggi, un missile balistico iraniano ha colpito il Centro Medico Soroka di Beersheba, nel sud di Israele, causando gravi danni e ferendo decine di persone. Secondo il Ministero della Salute israeliano, 271 feriti sono stati accolti negli ospedali, di cui quattro in condizioni gravi. Dall’inizio dell’operazione Rising Lion, lanciata il 13 giugno, il numero totale di feriti in Israele ha raggiunto quota 2.345.
Il Comando del fronte interno delle Forze di difesa israeliane (IDF) ha confermato che uno dei missili iraniani era equipaggiato con una bomba a grappolo, una testata che si frammenta in circa 20 proiettili più piccoli durante la discesa, colpendo un’area di circa otto chilometri. Uno di questi proiettili ha danneggiato un’abitazione nella cittadina di Azor, nel centro di Israele. Le autorità hanno esortato la popolazione a non avvicinarsi ai resti dei missili e a segnalarli immediatamente.
Netanyahu: “Nessuno è immune, nemmeno Khamenei”
Visitando l’ospedale Soroka poche ore dopo l’attacco, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rilasciato dichiarazioni che hanno scosso la comunità internazionale. “Nessuno è immune”, ha detto, riferendosi esplicitamente alla Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei. “Tutte le opzioni sono aperte”, ha aggiunto, lasciando intendere che un attacco mirato contro il leader iraniano non è escluso.
Netanyahu ha ribadito che l’obiettivo dell’operazione Rising Lion è eliminare la minaccia nucleare e i missili balistici iraniani. “Alla fine di questa operazione, non ci sarà alcuna minaccia nucleare su Israele, né ci sarà alcuna minaccia balistica”, ha assicurato. Durante la conferenza stampa, il premier ha anche sottolineato la capacità di Israele di agire autonomamente, pur non escludendo un possibile coinvolgimento degli Stati Uniti. “È una decisione del presidente Trump. Lui farà ciò che è bene per l’America, e io farò ciò che è bene per Israele”, ha dichiarato, aggiungendo che Trump “conosce il gioco”.
Khamenei: “Gli USA mostrano debolezza”
Dall’Iran, la risposta non si è fatta attendere. La Guida Suprema Ali Khamenei ha utilizzato il social network X per commentare gli sviluppi, accusando gli Stati Uniti di mostrare “debolezza” e “incapacità” nel sostenere Israele. “Il fatto stesso che gli amici americani del regime sionista siano entrati in scena e stiano dicendo queste cose è un segno della debolezza e dell’incapacità di quel regime”, ha scritto Khamenei, esortando la Repubblica Islamica a “continuare con forza”.
Le sue parole seguono una dichiarazione altrettanto dura del Consiglio dei Guardiani iraniano, che ha definito il governo americano “criminale” e il presidente Trump “fesso”. “Devono sapere con certezza che se commetteranno un errore e agiranno contro l’Iran, faranno i conti con una risposta dura”, ha avvertito l’istituzione, secondo quanto riportato dai media iraniani.
Israel Katz: “Khamenei è il moderno Hitler”
A inasprire ulteriormente il clima è intervenuto il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, che ha paragonato l’ayatollah Khamenei a “il moderno Hitler”. In una dichiarazione rilasciata durante una visita al Centro Medico Soroka, Katz ha affermato che il leader iraniano “non può più continuare a esistere”, alimentando speculazioni su un possibile piano per colpire direttamente la leadership di Teheran.
L’operazione Rising Lion: obiettivi e sviluppi
Lanciata il 13 giugno, l’operazione Rising Lion rappresenta una delle campagne militari più ambiziose nella storia recente di Israele. Secondo Netanyahu, l’obiettivo primario è neutralizzare la capacità dell’Iran di sviluppare armi nucleari e di produrre missili balistici intercontinentali. “Stiamo completando l’eliminazione di questa minaccia”, ha dichiarato il premier durante la sua visita a Beersheba.
Le Forze di difesa israeliane hanno confermato che l’aviazione israeliana mantiene il controllo dello spazio aereo sopra Teheran, colpendo obiettivi strategici del regime iraniano. “Noi colpiamo le loro infrastrutture, non i civili”, ha sottolineato Netanyahu, marcando una distinzione con gli attacchi iraniani, che hanno preso di mira anche aree abitate.
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