L’orsa JJ4, attualmente ospitata al Centro di recupero della fauna alpina Casteller di Trento, sarà trasferita in una riserva naturale nella Foresta Nera, in Germania, dove si trova dal 2010 la madre Jurka.

Questa decisione è stata presa dal presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, come riportato dal Corriere del Trentino. L’orsa, catturata dopo l’aggressione mortale al giovane runner Andrea Papi di 26 anni, è soggetta a un’ordinanza di abbattimento emessa dal governatore in seguito al tragico incidente a Caldes. Tuttavia, l’attuazione di tale ordinanza è stata temporaneamente sospesa dal TAR, in seguito a un ricorso presentato dalle associazioni animaliste, e attualmente è sotto esame dal Consiglio di Stato.

Il trasferimento dell’orsa è previsto per questo autunno. La LAV aveva proposto di organizzare e finanziare il trasferimento dell’orsa, suggerendo di portarla al ‘Libearty Sanctuary’ di Zarnesti, in Romania.

La reazione degli animalisti

L’AIDAA ha commentato: “Apprendiamo con soddisfazione la decisione di trasferire l’orsa JJ4 in un oasi della Foresta Nera in Germania da parte della Provincia di Trento. Ovviamente ci auguriamo che la stessa sorte tocchi all’orso ‘Papillon’ M49 anche lui rinchiuso al Casteller e anche lui come ‘Gaia’ in condizioni di salute non buone così come hanno rivelato i referti veterinari delle ultime sette visite agli orsi. Questo però non ci fa cambiare opinione sulla politica verso i plantigradi della giunta della Provincia di Trento contro la quale continueremo a combattere per la salvezza di tutti gli orsi”.

L’OIPA, invece, ha affermato: “Con riferimento all’annunciato trasferimento dell’orsa JJ4 entro l’autunno in Germania, nella Foresta Nera, spiace avere saputo dalle cronache di questa decisione unilaterale della Provincia autonoma di Trento. La nostra proposta di trasferimento nel Santuario Libearty di Zarnesti, in Romania, gestito da una lega-membro di Oipa International, a quanto pare è stata cassata. La struttura che abbiamo proposto è di 69 ettari, contro i 10 di quelli della Foresta Nera. Un vero peccato poiché la nostra soluzione era frutto di una lunga interlocuzione con il Ministero dell’Ambiente e di una nostra lunga progettazione, sostenuta anche dalla Leidaa di Michela Vittoria Brambilla. Non ne abbiamo saputo più nulla e ora apprendiamo dalla stampa del trasferimento in Germania. Molto lavoro per nulla”.