Non è passato inosservato il successo di “Sicilia, il Grand Tour”. La raccolta di acquerelli di Fabrice Moireau, raccontati da Lorenzo Matassa, sbarca infatti a Roma,  dopo essere stata esposta per la prima volta a Palazzo Reale di Palermo fino a febbraio scorso. L’idea di esportare la mostra è della Fondazione Federico II. Un’idea divenuta realtà e dopo la capitale, questo viaggio all’inverso, dall’Isola giungerà a Milano e Bruxelles.

L’apprezzamento, sia da parte del pubblico che della critica, ha spinto la Fondazione Cultura e Arte, presieduta da Emmanuele Francesco Maria Emanuele, ad accogliere la mostra a Palazzo Cipolla, a pochi passi dalla Fontana di Trevi,  dall’8 maggio al 22 luglio 2018 (inaugurazione il 7 maggio). L’iniziativa è promossa in collaborazione con la Fondazione Federico II.

L’evento ha una grande valenza artistica ma, esportata, diventa indubbiamente anche un veicolo di promozione turistica con i riflettori che si accendono sull’Isola in contesto nazionale e internazionale.

Nel viaggio di Moireau figurano non solo scorci delle mete più conosciute, dal Teatro greco Taormina alla Valle dei Templi, ma anche luoghi meno noti ai turisti come la Tonnara di Capo Passero o la Cattedrale di Caltabellotta.

Circa 400 opere a colori del “pittore dei tetti di Parigi”, concesse dalla Fondazione Dragotto, tracciano un nuovo percorso goethiano. Illustri viaggiatori hanno offerto il proprio sguardo per raccontare la Sicilia al mondo intero. Superarono mille difficoltà per scoprire paesaggi disegnati dalla natura e rileggere ciò che l’antichità e l’arte avevano consolidato in monumenti d’immenso valore. Nelle loro parole la Sicilia fu il luogo della definitiva crescita conoscitiva ed emozionale. Nasceva il “Grand Tour” e Goethe ne era il massimo profeta.

A distanza di quasi due secoli e mezzo da quel tempo, l’Isola rivive un nuovo “Grand Tour” affidato ai pennelli e alle matite di uno dei più grandi acquarellisti del mondo, Fabrice Moireau, e al racconto di viaggio di un fine giurista e uomo di cultura, Lorenzo Matassa.

Nei luoghi ritratti l’artista si è recato personalmente, accompagnato dall’inseparabile zaino che contiene gli attrezzi da lavoro del pittore: la tavolozza, i colori, i fogli bianchi, i pennelli, l’immancabile sgabello pieghevole.

Riprese dalla mano sapiente del maestro Moireau diventano acquerelli le testimonianze archeologiche dell’Isola, le vedute di alcune riserve naturali, le isole minori, i numerosi castelli, gli scorci dei siti UNESCO.

Un lungo itinerario nella Sicilia più intima, nei luoghi meno conosciuti, ma non per questo meno affascinanti e meritevoli di un viaggio.

“Sicilia, il Grand Tour” è anche un libro di successo edito dalla Fondazione Tommaso Dragotto, arricchito dal racconto del magistrato scrittore Lorenzo Matassa. Già nel titolo c’è il richiamo alle suggestioni di quel fenomeno che, tra il Settecento e la prima metà dell’Ottocento, portò in Sicilia viaggiatori stranieri e uomini di cultura accompagnati da artisti del paesaggio. Così accadde a Goethe che visitò l’Isola nel 1787. Il suo diario, illustrato da Christoph Heinrich Kniep, divenne leggenda.

La mostra sarà aperta tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 10 alle ore 20. La biglietteria chiude un’ora prima.