Un’anatra nel carrello della spesa, usato come sorta di gabbia.
Una forma insolita e sicuramente non idonea per detenere un animale che, in genere, ha bisogno di un piccolo stagno o comunque di un punto d’acqua. A Brugherio (MB), però, le cose andavano diversamente.
L’anatra, ed il suo carrello, erano all’interno di una proprietà privata e, stante quanto riportato dalla sede ENPA di Monza Brianza, riportava pure il taglio del becco, forse avvenuto volutamente. Nel suo corpo, inoltre, i segni di altre ferite, molto evidenti. Un caso forse “piccolo” di condizioni quantomeno discutibili. Piccolo, rispetto alle costanti ed a volte abnormi notizie di  maltrattamenti che si accompagnano, spesso, ai commenti sull’esiguità della pena. Ogni animale, grande o piccolo che sia, unico o in quantitativi numerosi, deve comunque avere rispettata la sua natura. Anche nel caso di un’anatra che di certo non può essere tenuta in un carrello della spesa.

Grazie all’impegno dei volontari ENPA l’animale è stato visitato dai Veterinari che hanno provveduto a prescrivere quanto necessario per guarire le ferite riscontrate. L’animale, nel frattempo, è stato trasferito presso la struttura dell’ENPA, in attesa di rimettersi in forma per poi essere liberato con gli altri anatidi presenti nel parco canile-gattile di Monza.

Sempre secondo la Protezione Animali il taglio del becco potrebbe essere la conseguenza di una pessima abitudine in uso presso alcuni detentori di anatidi. Ricorrerebbero a questo sistema per evitare i fenomeni di cannibalismo o comunque ferimento, tra animali costretti a convivere ammassati in spazi troppo angusti. Abitudini che l’ENPA non esita a definire “barbare”.

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