A Leicester, nel Regno Unito, nel febbraio del 2018, un uomo anziano, che stava attraversando sulle strisce pedonali, è stato travolto e ferito da un’auto che si è scoperto poi essere guidata dalla nuora. La notizia, riportata sul Daily Mail, è riemersa oggi per via della fine del processo che ha portato a una sentenza.
È stato ricostruito che Fatheha Begum Abedin era distratta perché stava usando il telefonino quando investì il suo familiare di 61 anni nella zona di Highfields. Tuttavia, invece di fermarsi per aiutarlo, la donna continuò a guidare. L’incidente fu ripreso dalle telecamere di videosorveglianza poste sulla zona e le immagini permisero alle forze dell’ordine di individuare la responsabile.
Il video:
Si è appreso che Abedin, 29 anni, cominciò da subito a escogitare una serie di bugie con la speranza di nascondere quanto fatto. Tuttavia, ogni sua storia è stata poi smontata dalla polizia, dopo avere raccolto varie prove contro di lei.
Inizialmente, la donna disse che non era a conoscenza dello schianto, avvenuto lunedì 5 febbraio di 2 anni fa. Successivamente, che sì, forse era successo ma aveva subito una perdita parziale di memoria causata da un attacco di asma, motivo per cui non si ricordava del dramma.
E non finisce qui: perché la donna giustificò i danni sull’auto – l’impatto danneggiò il cofano, il parbrezza e i tergicristalli – con un’irruzione dei ladri nel mezzo per rubarle il telefonino.
La donna provò anche a nascondere l’uso dello smartphone al momento dell’incidente, dicendo che spesso ritardava l’invio dei messaggi, una tesi che però è stata smentita da un esperto. A tal proposito, è stato appurato che la 29enne aveva cancellato 32 messaggi di testo incriminanti dal suo telefonino e che aveva fatto riparare il parabrezza prima degli esami della polizia.
Alla fine, la donna, impiegata in una farmacia, rimasta a corto di bugie, si è dichiarata colpevole di due reati: lesioni gravi a causa di guida pericolosa e falsa testimonianza (che, tra l’altro, ha causato la detenzione di un uomo innocente per 11 giorni, accusato di essere stato alla guida dell’auto).
Mercoledì scorso la 29enne è comparsa in tribunale per essere condannata a 18 mesi di reclusione (6 per la guida pericolosa e 12 per le bugie).
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