«Dopo aver visto l’adorato viso di Anna Frank usato allo stadio, non mi stupisco di nulla». Così la senatrice a vita e testimone della Shoah Liliana Segre a Pagine ebraiche.

I paragoni tra la persecuzione ebraica e le disposizioni sui vaccini sono «follie, gesti in cui il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza: siccome spero di non essere né ignorante né di avere cattivo gusto, non riesco a prendermela più di tanto».

Per la senatrice a vita non ha senso parlare di «dittatura sanitaria» e richiamare le leggi razziste. ‘«Voglio in ogni caso sperare – ha affermato la 90enne – che quei manifestanti rappresentino una minoranza. Perché come si fa a non vaccinarsi con una malattia terribile come questa che ha ucciso senza distinzioni?».

Liliana Segre, che per essersi vaccinata è stata fatta oggetto di attacchi sul web («se l’unica arma per combattere questa malattia e’ il vaccino, non ne conosciamo altre, e facciamo il vaccino allora. Io non ci ho pensato due minuti a farlo, anzi ero molto contenta. E così sono vaccinati tutti nella mia famiglia. Non sono un medico, ma credo a quello che mi si dice»), si è rivolta ai no vax: «Se uno vuole vedere il complottismo ovunque, beh resti a casa. Da solo. Non giri per le strade, non vada nel mondo, non danneggi gli altri. Poi lo so, di solito chi fa quelle scelte non si preoccupa del prossimo».

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