Un lupo ucciso nel Canton Vallese. Si tratta, ricorda la sede Svizzera del WWF , del secondo animale vittima del bracconaggio che si registra in appena un anno.

Il lupo è arrivato in Svizzera, grazie all’espansione che il canide selvatico ha fatto registrare lungo la penisola Italiana nelle ultime decine di anni. Dai residui nuclei dell’Italia Centrale, infatti, il lupo ha pian piano riconquistato tutta la penisola e da qui, tramite la Liguria, l’intero arco  Alpino fino a ricongiungersi  con la popolazione selvatica Slovena. Alcuni esemplari sono poi arrivati in  Svizzera, ove era estinto da tempo, finendo in alcuni casi sotto il tiro delle fucilate.

Secondo il WWF si tratta ormai di una situazione  inaccettabile. Chi ha ucciso il lupo, infatti, ha eliminato la femmina di una coppia già da tempo censita. In tale maniera, però, si creerà un secondo branco.

Gli ambientalisti tornano ora a chiedere interventi urgenti alle autorità del Canton Vallese, mentre un’inchiesta è stata aperta dalla Magistratura.

Recentemente anche in Italia il dibattito sulla presenza del lupo è stato riacceso da un provvedimento del Ministero dell’Ambiente attualmente in fase di approvazione. Secondo quanto redatto, nel caso non siano sufficienti le misure attuate in difesa della zootecnica, alcuni lupi potrebbero essere “rimossi”. Secondo il WWF, così come per altre associazioni ambientaliste, si tratterebbe invece di abbattimenti, un fatto giudicato inaccettabile. Sarebbero invece attuabili, se solo se ne avesse voglia, efficaci misure messe a tutela degli allevamenti. La proposta Ministeriale verrà discussa, secondo indiscrezioni circolate, il prossimo 23 febbraio in sede di Conferenza Stato Regioni. Già agli inizi di Febbraio, la stessa Conferenza aveva rimandato al Ministero la proposta. Undici presidenti di Regione si erano opposti all’ipotesi di dovere eliminare alcuni lupi e per questo avevano richiesto i dovuti chiarimenti al Ministero.

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