Una 20enne muore travolta mentre soccorre un animale a Lurago Marinone: arrestato il pirata della strada, ubriaco e con il piede ingessato.
Nella notte tra il 28 e il 29 marzo una giovane vita si è spenta tragicamente a Lurago Marinone, in provincia di Como. N.F., una ragazza di soli 20 anni residente a Vertemate con Minoprio, è stata travolta e uccisa da un’auto pirata mentre cercava di soccorrere un animale selvatico che aveva accidentalmente investito.
Il conducente, un 43enne di Fenegrò identificato come V.C., guidava ubriaco e con il piede destro ingessato, ed è fuggito dopo aver trascinato la vittima per circa cinquanta metri. Arrestato poche ore dopo dai carabinieri, l’uomo ora affronta accuse pesanti: omicidio stradale, omissione di soccorso e simulazione di reato.
La dinamica dell’incidente: un gesto di cuore finito in tragedia
Tutto è accaduto intorno alle 2:30 della scorsa notte, lungo una strada buia di Lurago Marinone. N.F. era in macchina con il fidanzato quando la loro auto ha urtato un piccolo animale selvatico. Preoccupati, i due hanno accostato per verificare le condizioni dell’animale e controllare eventuali danni al veicolo. Con un gesto di grande sensibilità, la 20enne è scesa dall’auto e ha attraversato la strada per raggiungere l’animale ferito. In quel momento, una Volkswagen Golf è sopraggiunta a forte velocità, travolgendola senza lasciarle scampo. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l’impatto è stato devastante: la giovane è stata trascinata per circa cinquanta metri prima che l’automobilista si desse alla fuga, abbandonandola sull’asfalto.
Soccorsi disperati: il volo in elicottero e la lotta per la vita
I soccorsi sono scattati immediatamente. Il fidanzato della ragazza, testimone impotente della scena, ha chiamato aiuto, e sul posto sono arrivati i sanitari del 118 con un’eliambulanza. N.F. è stata trasportata in codice rosso all’ospedale Sant’Anna di Como, dove i medici hanno fatto il possibile per salvarla. Nonostante gli sforzi, le sue condizioni erano troppo gravi: la giovane è morta poco dopo il ricovero. La rapidità dell’intervento non è purtroppo bastata a contrastare le lesioni riportate nell’impatto, aggravate dalla violenza dell’incidente e dall’omissione di soccorso del pirata della strada.
La caccia all’uomo
Mentre la tragedia si consumava, i carabinieri della compagnia di Cantù hanno avviato un’indagine serrata per rintracciare il responsabile. Grazie alla testimonianza del fidanzato e a frammenti di prove raccolti sul luogo dell’incidente, i militari sono riusciti a risalire alla targa della Volkswagen Golf coinvolta. Raggiunto nella sua abitazione poche ore dopo, il43enne ha tentato di difendersi sostenendo che il veicolo gli fosse stato rubato la sera precedente. Una versione che non ha retto: i carabinieri hanno ritrovato la Golf abbandonata in via Diaz a Fenegrò, confermando che era stata usata nell’incidente.
L’arresto e le accuse
Il colpo di scena è arrivato con i controlli successivi. Sottoposto all’etilometro, V.C. è risultato avere un tasso alcolemico di 1,49 grammi per litro, quasi tre volte il limite legale di 0,5 g/l. Non solo: l’uomo guidava con il piede destro ingessato, una condizione che rendeva già di per sé pericolosa la sua presenza al volante. Secondo quanto ricostruito, stava tornando a casa dopo una serata con amici, un dettaglio che aggiunge un ulteriore strato di irresponsabilità alla vicenda. I carabinieri lo hanno arrestato con le accuse di omicidio stradale, omissione di soccorso e simulazione di reato.






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