Domenico Paolella, avvocato del 25enne Antonio Gaglione, fratello di Maria Paola, la 22enne morta dopo essere caduta dallo scooter su cui viaggiava con il compagno trans Ciro Migliore, ha affermato: «Antonio non ha mai detto quella frase (“Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata da quella”, n.d.r.), non risulta nei verbali e neppure l’ha detto quando è stato ascoltato la prima volta dai carabinieri. La famiglia? È devastata, con una figlia morta e un figlio in carcere…”.
Il legale ha fatto sapere che durante l’interrogatorio davanti al GIP Fortuna Basile, durato quasi tre ore, si è fatta chiarezza «sulle imprecisioni circolate sulla vicenda».
Inoltre, sempre l’avvocsto ha raccontato che il suo assistio ha confermato di avere inseguito la coppia, in sella alla sua moto, ma di non avere provocato la caduta dello scooter con un calcio: «Sul luogo dell’incidente ho notato la presenza delle telecamere. Tutto sarà chiarito, se ci sono le registrazioni. Io credo alle sue parole», aggiungendo: «questa tragedia – è stata strumentalizzata: la famiglia si aspettava più delicatezza». Tra l’altro, «Antonio, come tutta la famiglia, era a conoscenza della relazione della sorella da circa due anni e mezzo», e «non le avrebbe mai fatto del male».
«Al giudice ha spiegato – ha detto ancora il legale – che la famiglia aveva perso le tracce di Maria Paola da qualche settimana. Ha fatto le valigie e se n’è andata. Quando Antonio l’ha vista in sella allo scooter, l’ha inseguita con la sua moto, ma per chiederle di tornare a casa, per parlarle, per farla ragionare. Era andata via senza spiegazioni e tutta la famiglia era disperata».
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