L’ex presidente della Sampdoria Massimo Ferrero è uscito dal carcere di San Vittore di Milano per andare agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Catanzaro, accogliendo la richiesta dei difensori dell’imprenditore.
“Grande soddisfazione per il lavoro svolto finora, che ha fatto sì che Ferrero possa trascorrere le feste di Natale a casa, con la sua famiglia”, hanno commentato i legali Luca Ponti e Pina Tenga.
Il giudice, comunque, ha confermato il quadro indiziario per Massimo Ferrero – che partecipò al bando per l’acquisizione del titolo sportivo del Palermo nel 2019 – ma ha deciso di applicare una misura cautelare meno afflittiva per l’ormai ex presidente della Sampdoria, alla luce dei suoi 70 anni d’età. Oltre a Ferrero, nell’inchiesta sono coinvolte a vario titolo altre otto persone, accusate di reati societari e bancarotta, tra cui la figlia e un nipote.
L’inchiesta non è legata a questioni calcistiche relative alla Sampdoria ma ai fallimenti di alcune società calabresi di Ferrero che operano nel settore alberghiero, turistico e cinematografico.
Il GIP aveva deciso per la misura carceraria a fronte di «un concreto e gravissimo pericolo di commissione di delitti analoghi a quelli per cui si procede (…) appare infatti elevato il pericolo che, ove liberi di circolare sul territorio, gli indagati possano operare illecitamente in maniera sia diretta che mediata, anche attraverso contatti e comunicazioni reciproche e/o con terzi (…) tanto risulta alla evidenza dalla pluralità e dalle stesse modalità di commissione dei delitti connotate dall’inserimento di un contesto soggettivo ed oggettivo allargato, caratterizzato, da una notevole predisposizione di mezzi da un considerevole impegno in termini di attività gestoria e da una enorme numero di operazioni amministrative e contabile”.
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