Tutti contro Vittorio Feltri. Perché? Il direttore editoriale di Libero, durante una puntata della trasmissione Fuori dal Coro, condotto su Rete4 da Mario Giordano, ha detto: «Perché mai dovremmo andare in Campania? A fare i parcheggiatori abusivi? I meridionali in molti casi sono inferiori».

Il contesto: Giordano aveva chiesto al giornalista 76enne un parere su quanto affermato da Vincenzo De Luca, governatore della Campania, che intende chiudere i ‘confini’ regionali in caso di riapertura del Nord.

IL BOTTA & RISPOSTA

Giordano: «Adesso mi fai arrabbiare quelli della Campania, direttore!»;

Feltri: «Io non ce l’ho con la Campania! Sto solo dicendo che io, te e altri perché dovremmo trasferirci in Campania, a fare che cosa? I parcheggiatori abusivi?»;

Giordano: «Se la sono presa con i primi della classe che stanno un po’ male? C’è chi ha goduto?»;

Feltri: «È evidente. È così. Il fatto che la Lombardia sia andata in disgrazia per via del coronavirus ha eccitato gli animi di molta gente che è nutrita di invidia e di rabbia nei nostri confronti perché subisce una sorta di complesso d’inferiorità. Io non credo ai complessi d’inferiorità, io credo che i meridionali in molti casi siano inferiori».

LE POLEMICHE

Partiamo con Stanislao Lanzotti, coordinatore cittadino di Forza Italia di Napoli: «Da napoletano operoso ancorché coordinatore cittadino di Forza Italia sento forte il dovere di stigmatizzare le gravi parole di Feltri andate in onda ieri su una rete Mediaset. Premesso che ognuno è responsabile delle proprie azioni, o dichiarazioni e che la provocazione di De Luca sulla chiusura dei confini ai lombardi è stata particolarmente sgradevole e certamente non in linea con la cultura dell’inclusione tipica dei napoletani, mi aspetto adesso che Mediaset prenda ufficialmente le distanze da certe esecrabili affermazioni, peraltro all’indirizzo di un popolo che piu’ di altri ha pianto i caduti di Bergamo e della Lombardia, predisponendo anche un periodo di stop alle sue ospitate televisive».

Vladimir Luxuria su Twitter: «Vittorio Feltri dice che noi del Sud siamo inferiori. Invito tutti i meridionali a non farsi contagiare dal virus della contrapposizione (anche perché lui non rappresenta il Nord), e di sentirci tutti italiani, soprattutto adesso che abbiamo bisogno di più unità e meno stupidità».

Alessandro Amitrano del MoVimento 5 Stelle: «Quelle di Feltri sui meridionali, reputati ‘inferiori’, sono parole inaccettabili e indecorose. Spero che l’Ordine dei giornalisti, al quale peraltro sono iscritto, intervenga in modo rigoroso. Davvero non se ne può più di questi pregiudizi, rancori, superficialità nei confronti di noi meridionali. Ora basta. È ora di fermare questo tipo di narrazione del Meridione. Non è più tollerabile vedere trasmissioni televisive o leggere giornali infarciti di luoghi comuni, quando non di inspiegabile rancore», ha concluso.

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti «darà mandato a un legale» per valutare i possibili danni all’«immagine dell’intera categoria dei giornalisti italiani». Lo ha annunciato il presidente, Carlo Verna, spiegando che l’Ordine si è anche «tempestivamente relazionato con Agcom, cui tempo fa ha fornito un contributo significativo sul regolamento relativo al no hate speech, e monitorerà le trasmissioni in cui con maggiore frequenza in questi ultimi giorni sono state ascoltate espressioni ampiamente fuori le righe caratterizzate da linguaggio discriminatorio». Inoltre, i conduttori delle trasmissioni saranno «deferiti ai consigli di disciplina qualora non si dissocino fermamente come la Carta dei doveri dei giornalisti esige».

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: «Da romana, con origini sarde e siciliane non potrei ovviamente mai condividere le parole di Vittorio Feltri, ma lo conosco abbastanza bene da sapere che una persona della sua cultura e intelligenza non possa aver sostenuto la tesi di una presunta inferiorità antropologica dei meridionali. Sono certa che si riferisse alle condizioni di disparità economica tra nord e sud, come lui stesso ha avuto modo di chiarire, e che però la scelta dei termini sia stata sbagliata».

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