533 euro di multa perché hanno portato la figlia di 8 anni a un controllo post – trapianto. È successo sull’Aurelia, prima di Livorno, a una famiglia di Grosseto che era in viaggio per una visita all’ospedale Santa Chiara di Pisa.
La bambina, infatti, l’estate scorsa è stata sottoposta a un trapianto di midollo osseo, dovuto a una leucemia mieloide acuta.
Il legale della famiglia, Simone Falconi, ha annunciato: «Ricorreremo in giudizio. Non c’erano requisiti per elevare questo verbale e perciò presenterò ricorso nelle sedi giudiziarie competenti. Parlerò anche coi questori di Grosseto e Livorno e col prefetto di Grosseto per metterli al corrente della situazione».
Stando a quanto si è appreso, l’auto era guidata dal padre ed è stata fermata a Romito, a pochi chilometri da Livorno. A bordo del mezzo c’erano anche la mamma, la piccola e il fratello (Lorenzo di 11 anni). La pattuglia ha contestato alla famiglia di essere sia lontani da casa che troppi nel mezzo.
Su Facebook il padre della bambina in un video ha raccontato: «La madre non se la sentiva di guidare perché è neopatentata e la bimba vuole la mamma quando entra nel reparto di ospedale. Ecco perché eravamo tutti insieme. Ho spiegato questo alle forze di polizia che mi hanno fermato ma non c’è stato nulla da fare, hanno multato lo stesso». Inoltre, la famiglia non ha voluto lasciare da solo a casa l’11enne.
Sempre nel video il genitore ha spiegato: «Siamo tutti negativi al Coronavirus, viviamo insieme e tutti siamo stati sottoposti a tampone proprio per la patologia di mia figlia. Sono in cassa integrazione e questo mese ho riscosso 590 euro, quasi quanto la multa. Quello che ci è accaduto ha dell’incredibile. Siamo stati trattati peggio dei ladri».
La vicenda della piccola era già nota in Maremma tanto che c’era già stata una gara di solidarietà per aiutare economicamente la famiglia. La bambina doveva essere sottoposta a una visita di controllo non facoltativa.
Il caso è arrivato alle autorità e il verbale è stato annullato perché è stato riconosciuto lo stato di necessità dello spostamento. Inoltre, il vicequestore di Livorno, Walter Delfino, e la dirigente superiore della Polizia di Stato, Cinzia Ricciardi, hanno infatti chiesto scusa alla famiglia.
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