Cristina, 39 anni, affetta da crisi epilettiche, è morta nel pronto soccorso dell’Ospedale del Mare. I familiari chiedono chiarezza.

Una donna di 39 anni è morta dopo essere stata sedata e contenuta su una barella nel pronto soccorso dell’Ospedale del Mare di Napoli. La vicenda, avvenuta lo scorso 12 settembre, è ora al centro di un’indagine legale richiesta dalla famiglia della vittima, che ha già presentato un esposto in procura per chiarire le cause del decesso.

La donna, identificata con il nome di fantasia Cristina, soffriva di crisi epilettiche e si era recata in ospedale in stato di alterazione, probabilmente a causa dell’assunzione di alcol. Dopo alcune ore in pronto soccorso, è stata colpita da un arresto cardiaco che non le ha lasciato scampo.

La ricostruzione dei fatti: ore d’attesa e contenzione

Secondo quanto emerso dai referti e riportato dall’avvocato della famiglia, Amedeo Di Pietro, Cristina è arrivata al pronto soccorso poco dopo le 22 dell’11 settembre, visibilmente alterata. Nei documenti sanitari si legge che la paziente era in uno stato di agitazione tale da “arrecare fastidio agli altri degenti”. Per questo motivo, i sanitari decisero di sedarla e legarla alla barella, con una procedura nota come contenzione fisica.

Cristina rimase bloccata in pronto soccorso per diverse ore. La mattina successiva, il 12 settembre alle ore 7.10, venne colpita da un arresto cardiaco. I tentativi di rianimazione si rivelarono inutili e la donna morì alle 7.45.

L’intervento del legale: chiesta chiarezza in procura

L’avvocato Amedeo Di Pietro, che assiste la famiglia della vittima, ha già presentato un esposto alla Procura della Repubblica. L’obiettivo è accertare se vi siano state responsabilità mediche o gestionali nella morte di Cristina.

Il legale ha sottolineato che la paziente sarebbe rimasta contenuta e sedata per un tempo prolungato, senza che ci fossero accertamenti tempestivi o un trasferimento in un reparto adeguato.

Una delle preoccupazioni principali è proprio il tempo trascorso nel pronto soccorso, che potrebbe aver inciso sul quadro clinico della paziente.

Aspetti medico-legali sotto esame

Sarà ora compito della magistratura accertare:

  • Se la contenzione sia stata eseguita secondo i protocolli;
  • Se ci siano state negligenze nella sorveglianza;
  • Se l’intervento medico sia stato adeguato alla condizione clinica della paziente.

La famiglia, intanto, chiede risposte chiare e trasparenza, non solo per Cristina ma per evitare che casi simili possano accadere ancora.