Una donna è uscita dal coma ma, qualche ora dopo, ci torna e muore a causa di un boccone di traverso. I figli della paziente, deceduta all’età di 79 anni il 25 gennaio scorso in una struttura ospedaliera di Napoli, hanno deciso di denunciare il fatto per chiarire quanto sia successo ed accertare eventuali responsabilità. Lo racconta Vesuvio Live.
Cos’è successo?
La donna è stata ricoverata a causa di una insufficienza respiratoria legata al Covid-19 il 4 dicembre scorso. Lo stesso giorno i sanitari decidono di trasferirla in una sub-intensiva dove ci resta fino al 31 dicembre. Le sue condizioni di salute, però, si aggravano e si rende necessario il ricovero nella terapia intensiva dove ci rimane fino alle 16,20 del 5 gennaio, quando si risveglia e viene trasferita nuovamente nella sub intensiva.
La buona notizia viene comunicata alla famiglia, con una telefonata, ma qualche ora dopo la figlia della 78enne, durante un’altra conversazione con un medico, viene a sapere che la madre si stava sottoponendo a una tac in quanto le era andato di traverso il boccone di un pasto. Tra l’altro, a rendere più complessa la vicenda è che alla signora, invece di essere alimentata con liquidi, come prevede il protocollo, le viene somministrato un pasto inadeguato.
Mezz’ora dopo, poi, la figlia apprende da un altro medico che la madre, a causa di quel boccone ingerito, “si era soffocata”, andando in apnea respiratoria e poi in arresto cardiaco, causando danni celebrali irreversibili. La donna morirà diversi giorni dopo, in terapia intensiva, senza mai risvegliarsi e i figli, convinti che qualcosa non sia andato per il verso giusto, hanno presentato una denuncia, lo stesso giorno in cui la madre è deceduta, contestando l’omicidio colposo e le lesioni personali colpose.
La salma della 78enne è stata sequestrata e sottoposta all’autopsia a cui ha anche assistito un consulente nominato dal legale della famiglia, l’avvocato Maurizio Zuccaro, che si sta occupando della vicenda con un team composto anche dagli avvocati Barbara Esposito e Elio d’Alessio e dall’avvocato civilista Giovanna Ziello.
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