“Mentre sono sempre più numerose le iniziative programmate negli istituti penitenziari italiani in vista del Natale qualcuno dovrebbe ricordare che 56 bambini trascorreranno il Natale in cella con le madri detenute”.

Ad evidenziarlo è il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo riferendo che la maggior parte dei bambini innocenti sono negli Istituti a custodia attenuata (Icam) dedicati: Torino “ Lorusso e Cutugno”, Milano “San Vittore”, Venezia “Giudecca” e Lauro.

Gli altri bambini, in mancanza della disponibilità delle case famiglia (in Italia ne esistono soltanto due), sono, di fatto, reclusi negli istituti di pena nelle 19 “sezioni nido”. I bimbi si trovano distribuiti nell’Istituto femminile di Roma Rebibbia (11) e nelle sezioni femminili degli Istituti, prevalentemente maschili, di Bologna (2), Firenze “Sollicciano” (1), Messina (1), Milano Bollate (3), Teramo (2) e Torino (12).

Per Di Giacomo “si continua a discutere su come procedere con una riforma della legge 62 del 2011 per trovare una soluzione ai figli che ancora oggi in Italia vivono con le madri detenute in carcere, ma al di là delle discussioni e proposte non cambia nulla”.

C’è chi parla di costruire case famiglia con il finanziamento dello Stato e non ‘senza oneri per lo Stato’, come previsto dalla norma; chi di utilizzare gli Icam solo nei casi di lunghe detenzioni. È una situazione, sottolinea Di Giacomo, ricordando di aver scritto nelle scorse settimane al Ministro Bonafede per un suo intervento immediato e diretto che va rapidamente rimossa perché i bambini non possono e non devono condividere la cella con le madri. Limitarsi ad esprimere indignazioni e proteste, non sposta di un millimetro la soluzione del problema che – dice il segretario del S.PP. – è una sola: “liberare” i bambini in carcere.

Contestualmente vanno affrontati gli altri aspetti della genitorialità in carcere che è essenziale non solo per il superiore interesse del minore, ma per lo stesso padre o madre in detenzione e la sua rieducazione affettiva.

Sono 70mila i bambini che ogni anno entrano in carcere per incontrare, soprattutto durante queste festività, i genitori ed inoltre, dalle statistiche del Dap , risulta che dei circa 60.000 detenuti più di 26 mila sono anche genitori. Sono dunque presenti delle mancanze attuative grandi all’interno dell’ ordinamento che – evidenzia Di Giacomo – devono essere colmate in concreto.

In primis si deve tendere a rispettare il dettato legislativo della Legge n° 62 del 2011 e del successivo decreto del 2012, che operano una sistematica individuazione di strutture adatte all’esecuzione della pena delle madri in detenzione (e che devono essere presenti non in numero esiguo ma ben distribuite sul territorio nazionale), obiettivo che non si può dire essere stato concretizzato in strutture come gli Icam.

“Si deve anche incrementare – dice Di Giacomo – l’importanza della questione della genitorialità paterna che sta emergendo prepotentemente, attraverso interventi favorevoli e attuativi anche verso i padri in detenzione, non soffermandosi solo sull’opportunità del colloquio. In occasione del Natale 2019 intendiamo ricordare il gesto dell’assistente capo Ruggiano, in servizio presso l’Icam-San Vittore di Milano, che ha salvato la vita alla piccola figlia di una detenuta. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: non è un eroe per un giorno, ma il simbolo migliore del lavoro, oscuro e prezioso, di tutti gli agenti penitenziari che salvano tante vite umane, in particolare di detenuti che tentano il suicidio”.

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