«È giusto che sui treni restino in vigore le regole di sicurezza applicate finora. Non possiamo permetterci di abbassare il livello di attenzione e cautela. Per questo ho firmato un’ordinanza che ribadisce che in tutti i luoghi chiusi, aperti al pubblico, compresi i mezzi di trasporto, è e resta obbligatorio sia il distanziamento di almeno un metro che l’obbligo delle mascherine. Questi sono i due principi essenziali che, assieme al lavaggio frequente delle mani, dobbiamo conservare nella fase di convivenza con il virus».

Così, su Facebook, il ministro della Salute, Roberto Speranza dopo che i treni ad alta velocità avevano deciso di viaggiare con il 100% della loro capienza e senza, quindi, il rispetto del distanziamento di un metro fra i posti.

Stamattina, in un’intervista rilasciata a La Repubblica, il consulente del ministero alla Salute, Walter Ricciardi, aveva affermato che la decisione era «sbagliata. Proprio il distanziamento contribuisce alla sicurezza di questo mezzo di trasporto, che diventerebbe altrimenti insicuro».

E Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (CSS), sempre stamattina aveva detto all’Adnkronos Salute: «Stupisce un po’, per non dire che sconcerta, la decisione assunta di porre fine al distanziamento sui treni».

«Il Comitato tecnico scientifico – ha aggiunto Locatelli – non è mai stato investito del problema, e non posso non dire che questa decisione desta preoccupazione e perplessità, in un momento in cui i nuovi casi di Covid-19 stanno crescendo, come mostrano i dati. C’è il rischio concreto che i viaggi in treno possano contribuire alla ripresa dell’andamento epidemico».

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