Produzione di olio di palma più che raddoppiata dal 2010 a oggi. Non solo, secondo le cifre rese disponibili ai lavori della  Commissione Parlamentare per la Salute Pubblica e la Sicurezza Alimentare del Parlamento Europeo (ENVI) il trend dovrebbe aumentare ancora fino al 2050.

Il tutto con buona pace degli ecosistemi tropicali, ossia i primi ad essere minacciati dalla produzione di olio di palma. Lo ricorda una nota del Parlamento Europeo che sottolinea come la sostituzione delle foreste tropicali con piantagioni di palma da olio provoca fenomeni di disboscamento che “spesso si traducono in fenomeni di erosione del suolo, inquinamento delle acque e distruzione degli habitat naturali. Come se non bastasse questo si traduce anche in un diretto pericolo all’esistenza di alcune specie animali. Tra queste, i rinoceronti e le tigri di Sumatra, ma anche gli orangotango del Borneo”.

Cibi, cosmetici finanche biorcarburanti ottenuti disboscando un ecosistemo unico e ricco che ricopre, ad oggi, solo il 7% della superficie terreste. Percentuale calcolata non per il solo sud est asiatico, avvilito dalle monocolture di palma da olio, ma del mondo intero.

Chi è tra i principali consumatori al mondo di olio di palma? Secondo l’Eurodeputata Katerina Konečná sarebbe proprio l’Unione europea. “E’ oggi – ha riferito la Parlamentare – il secondo consumatore al mondo di olio di palma e il primo attore a impegnarsi attivamente nella sua regolamentazione” avvenuta con la presentazione in Commissione ENVI del testo di risoluzione ove la relatrice chiede alla Commissione Ue di rafforzare le tutele ambientali nei processi di produzione dell’olio di palma e impedire il disboscamento connesso alla sua produzione. Un punto centrale della risoluzione è la richiesta di escludere l’olio di palma dalla lista dei componenti utili per la produzione di biorcaburanti (nel 2014 il 45% di quello importato). Allo stesso tempo il Parlamento auspica che si proceda verso una certificazione dei prodotti alimentari a base di olio di palma, in modo da offrire maggiori garanzie ai consumatori.

Un passo importante ma che evidenzia come i processi di difesa che sembrano ora innescati, viaggino su canali troppo lenti. E’ infatti lo stesso Parlamento Europeo a ricordare come fino a 30 anni addietro l’olio di palma era poco o nulla utilizzato. Oggi la situazione è drammaticamente diversa.
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