“I mafiosi pensano che il male si può vincere col male, e così fanno vendetta e tante cose che tutti sappiamo, ma non conoscono cosa sia l’umiltà, la misericordia e la mitezza: perché i mafiosi non hanno speranza. Pensate a questo!”.

È l’invito rivolto a braccio dal Papa agli oltre 15mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro (come riporta l’agenzia Sir).

Della speranza, ha spiegato Francesco, “non si deve tanto rendere ragione a livello teorico, a parole, ma soprattutto con la testimonianza della vita, e questo sia all’interno della comunità cristiana, sia al di fuori di essa”.

“Se Cristo è vivo e abita in noi, nel nostro cuore, allora dobbiamo anche lasciare che si renda visibile, non nasconderlo, e che agisca in noi”, l’esortazione del Papa: “Questo significa che il Signore Gesù deve diventare sempre di più il nostro modello di vita e che noi dobbiamo imparare a comportarci come lui si è comportato. Fare lo stesso che faceva Gesù”.

“La speranza che abita in noi, quindi, non può rimanere nascosta dentro di noi, nel nostro cuore”, ha ammonito Francesco: “Sarebbe una speranza debole, che non ha il coraggio di uscire fuori e farsi vedere.

“La nostra speranza, come traspare dal Salmo 33 citato da Pietro, deve necessariamente sprigionarsi al di fuori, prendendo la forma squisita e inconfondibile della dolcezza, del rispetto e della benevolenza verso il prossimo, arrivando addirittura a perdonare chi ci fa del male”.

“Una persona che non ha speranza non riesce a perdonare, non riesce a dare la consolazione del perdono e ad avere la consolazione di perdonare”, ha aggiunto il Papa fuori testo: “Sì, perché così ha fatto Gesù, e così continua a fare attraverso coloro che gli fanno spazio nel loro cuore e nella loro vita, nella consapevolezza che il male non lo si vince con il male, ma con l’umiltà, la misericordia e la mitezza”.